Poco prima dell’alba del 5 luglio 2013 una potente esplosione ha svegliato gli abitanti dei sobborghi di Latakia, da allora si sono susseguite molte ipotesi al riguardo, gli analisti di GPC hanno valutato i fatti e i documenti disponibili sulla rete e hanno formulato la loro ipotesi al riguardo.
Obiettivo del Comando un deposito di munizioni che avrebbe contenuto al suo interno buona parte dei missili antinave supersonici Yakhont, forniti negli anni scorsi dalla Federazione Russa alla Siria. Numerose speculazioni nei giorni scorsi avevano parlato un possibile attacco con misisli da crociera da parte di Israele al deposito in questione. Tuttavia nessun frammento di armi in dotazione alle forze armate israeliane è stato trovato presso il sito dell’esplosione, in particolare nessun frammento del missile da crociera Popeye in dotazione alla marina israeliana.
La pista più probabile rimane oggi quella di un piccolo commando di Forze Speciali sbarcato da un sottomarino nei pressi della costa, commando che poi avrebbe piazzato le cariche di esplosivo prima di tornare a bordo del mezzo subacqueo. La nostra supposizione deriva da un’analisi delle immagini e delle dichiarazioni siriane dopo l’esplosione del deposito, e dalla presenza storica di commando stranieri nell’area di Latakia.
Alcuni mesi fa, ad esempio, davanti al porto di Tartus è stata ritrovata, sull’isolotto Arwad, un sistema di osservazione e registrazione mimetizzato, che per forza di cose deve essere stato piazzato da un commando specializzato. Il medesimo dispositivo di osservazione e registrazione non trasmette i dati via satellite per non essere individuato e la memoria digitale deve essere recuperata da operatori sul campo. Arwad dista solamente 1,6 miglia dal porto di Tartus ed inoltre è un’isola abitata da alcune migliaia di persone.
Piazzare un tale dispositivo è un’azione non pienamente paragonabile, per rischio e difficoltà tecnica, al posizionamento di una piccola carica esplosiva nel deposito dei missili Yakhont, ma evidenzia sia le falle del sistema difensivo di Al Assad, sia le capacità delle forze speciali che operano nell’area.
Ricordiamo inoltre che non è necessario utilizzare 500 Kg di alto esplosivo per distruggere un deposito di missili a combustibile solido, basta una piccola carica e il propellente dei missili farà il resto. Una piccola carica di esplosivo impedisce una identificazione certa dello stato che ha compiuto il blitz e può essere fatta esplodere quando gli incursori sono al sicuro diretti verso casa.
Ricordiamo che i missili antinave Yakhont posso avere anche impieghi non ortodossi, ossia essere utilizzati come armi di precisione contro obiettivi terrestri. Una scheda di questo sistema d’arma la trovate a questo link.