Si terrà il giorno 5 luglio il referendum greco che chiederà al popolo ellenico di decidere se rimanere all’interno della moneta unica europea oppure scegliere di tornare alla dracma.Appare quindi scontato il fatto che il giorno 30 giugno prossimo la Grecia non restituirà al Fondo Monetario Internazionale il prestito da 1,6 miliardi di Euro in scadenza. Riteniamo possibile che, nel caso in cui la Banca Centrale Europea non dovesse concedere altra liquidità di emergenza alle banche elleniche, il governo di Tsipras sarà costretto ad istituire il controllo dei capitali, limitando il ritiro di contanti presso gli sportelli bancari e limitare le quantità di denaro che possono essere trasferite all’estero.
In questi mesi il governo greco non ha istituito il controllo dei capitali e ha permesso al popolo greco di ritirare liberamente fondi dai conti correnti, sfruttando la liquidità di emergenza della Banca Centrale Europea. In questo modo i greci hanno ritirato oltre 86 miliardi di euro. Questo fatto fa si che ora la popolazione greca possa avere la disponibilità di diversi miliardi di euro in contante che potranno essere utili nei primi mesi di presenza delle Dracma.
Una cosa è certa, tenere un referendum simile nel pieno della stagione estiva potrebbe danneggiare in maniera concreta l’industria turistica greca che in questa fase è l’unica risorsa certa del paese. Secondariamente il governo Tsipras ha avuto come mandato quello di abbattere l’austerità, un referendum potrebbe apparire non indispensabile. Ma la Grecia è la culla della Democrazia e nel massimo pericolo ricorrere al referendum nel passato ha spesso fatto prendere ai greci le giuste decisioni. Speriamo sia così anche questa volta.