Strike russo distrugge le armi dei ribelli pro Usa
Lo Strike russo in Siria effettuato nella notte tra il 6 e il 7 ottobre 2015 ha distrutto il principale deposito di armi dei ribelli siriani addestrati e armati dagli Stati Uniti d’America. Lo comunica una nota dell’Agenzia privata di intelligence STRATFOR. Poco dopo lo strike il Segretario alla Difesa Americano Carter ha dichiarato che gli Stati Uniti non sono interessati a collaborare con la Russia in operazioni militari in Siria. In Siria continuano intanto le attività aeree sia della Russia sia degli Stati Uniti e sebbene gli alti comandi militari cerchino di evitare scontri non voluti, l’affollamento dello spazio aereo e le divergenze sugli obiettivi prioritari degli Strike americani e russi contribuiscono a mantenere elevato il rischio di “conflitti” tra chi sostiene e chi si oppone ad al Assad.
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E’ notizia di oggi, fonte Pentagono, che aerei della coalizione per evitare quelli russi abbiano cambiato rotta.
Gli USA hanno perso l’onore degli amici e il rispetto dei nemici. Non ci si può fare fregare in questo modo e soprattutto non si può passare da una linea rossa sbandierata a giugno 2013 a questa debacle totale in medioriente.
Ormai è chiaro, visto anche l’accordo economico stipulato in settimana, che l’obiettivo primario USA è il Pacifico. Tutto il resto, chi lo vuole, se lo può prendere.
Spiace vedere che l’Europa, con la crisi libica, tunisina, egiziana, accordo sul nucleare iraniano, crisi Ucraina ed infine quella Siriana, è stata capace di subire esclusivamente danni indiretti i quali a lungo termine comporteranno la fine dell’Europa stessa.
Effettivamente i citrulli che se lo fanno sempre mettere in tasca siamo noi Europa.
Del resto non si può pretendere oltre quando non si ha una linea politica e strategica propria e ben delineata.
Quando la Siria e forse l’Irak saranno liberati chissà quanti intrighi e marciume verranno a galla…