Prima di iniziare con la sintesi vera e propria, vogliamo ringraziare coloro i quali ci hanno spinto a trasformare questa rubrica da semplice post su Facebook a vero e proprio momento di analisi e riflessione, con cadenza settimanale. Un sentito ringraziamento ai lettori.
Veniamo quindi alla sintesi macroeconomica dei principali fatti e dati che hanno segnato la settimana che ormai volge al termine.
Continuano i segnali di un indebolimento dell’economia cinese: la produzione industriale ad aprile è cresciuta del 9,3% rispetto all’anno precedente (comunque meno del previsto), tuttavia è in forte calo rispetto al 12% del mese di marzo 2012. L’attuale debolezza dell’economia, tuttavia, tiene l’inflazione cinese su livelli molto bassi e questo potrebbe diventare a breve un fattore importante per rilanciare la crescita. Anche l’altro gigante asiatico sta soffrendo. Stiamo parlando dell’India, la cui produzione industriale è in netto calo, sia anno su anno che mese su mese.
La debolezza asiatica, unita alla crisi dei debiti sovrani in Europa, riacutizzatasi negli ultimi giorni, ha fatto sì che il mercato delle commodities si sia depresso molto questa settimana. Il petrolio prosegue la sua “corsa” verso il basso, attualmente quota 95$ al barile (e finalmente si fanno sentire i primi riflessi anche sui prezzi alla pompa). Se il prezzo del barile di petrolio scende, non altrettanto le scorte dei paesi avanzati. Questa settimana è stato diffuso il dato sulle scorte che stanno aumentando sensibilmente. Nel solo mese di marzo sono stati accantonati ben 13 milioni di barili, spingendo le scorte, per la prima volta quest’anno, al di sopra della media quinquennale.
I metalli stanno generalmente segnando un calo nel prezzo, per via di una domanda più debole.
L’Euro continua il suo deprezzamento nei confronti del dollaro e qui le cause sono tutte da cercare nel caos politico greco e nella situazione davvero pericolosa dell’economia spagnola.