I negoziati con l’Iran e la politica mediorientale del presidente americano Obama un risultato chiaro e netto lo hanno ottenuto: l’Arabia Saudita sarà presto, e quando intendiamo presto parliamo di settimane, non di mesi, una potenza nucleare dotata sia di armi nucleari affidabili, sia dei sistemi missilistici necessari per portare gli ordigni sul bersaglio.
GPC ne aveva parlato non una settimana fa ma già da un anno quando il nostro gruppo aveva colto segnali inequivocabili riguardanti la strategia saudita in caso di avanzamento del programma atomico iraniano, e che avevamo pubblicato in questo post.
I convincimenti della monarchia saudita, e in particolare dei ministri degli esteri e della difesa sauditi, e del capo del servizio di intelligence di Riad, sono stati rafforzati dal fatto che l’America di Obama non ha fatto rispettare nella guerra in Siria una “Red Line” molto chiara, tracciata dallo stesso presidente Obama a rigurdo dell’utilizzo di armi chimiche.
A Riad gli appartenenti alla corte e all’apparato militare si chiedono se si possono veramente fidare di questa amministrazione in caso di una reale minaccia al Regno dei Saud. La risposta univoca a Riad è stata no e così numerose fonti indicano che un considerevole numero di testate nucleari sarebbero pronte in Pakistan per essere spedite “on short notice” in Arabia Saudita. Testate già verificate dai test nucleari Pakistani e già adattate all’utilizzo sui vettori cinesi in possesso dei Sauditi da oltre 20 anni.
La proliferazione nucleare in medio oriente è ufficialmente iniziata.