Dopo questa notizia le strade del Cairo si sono nuovamente infiammate e la polizia supportata in questo caso dai soldati dell’esercito Egiziano che in tutte le occasioni precedenti di scontri avevano mantenuto una posizione decisamente più neutra, addirittura più morbida di quella della polizia. I resoconti che arrivano dal Cairo parlano di scontri sempre più generalizzati e che hanno lasciato sul terreno, ad ora ( sono circa le ore 12), otto morti e circa 400 feriti. Al Cairo e in tutto l’Egitto la situazione è molto tesa anche per la forte affermazione del blocco Islamista e dell’ exploit del partito salafita, il più intransigente e il cui programma riprende in molti aspetti le caratteristiche più radicali degli estremismi religiosi. La situazione potrebbe complicarsi ulteriormente con il calare della notte, al momento l’esercito non ha imposto il coprifuoco. Ci auguriamo che internet e i suoi social media che tanto hanno dato voce alle rivoluzioni arabe non siano, come accaduto negli ultimi moti di piazza alla vigilia del primo turno elettorale, fonte di notizie false ed incontrollate, come quella che riportavano senza nessun fondamento di verità l’uso di armi chimiche nei confronti dei dimostranti, notizie riprese per alcuni minuti anche da testate giornalistiche internazionale. Altro aspetto di strumentalizzazione che potrebbe emergere in queste giornate di ulteriore rivolta è la volontà di alcune parti politiche di canalizzare la rabbia dei manifestanti verso un nemico esterno al’Egitto, ad esempio durante gli scontri avvenuti durante il primo turno elettorale televisioni arabe che trasmettevano dal Cairo riferivano di cartucce di lacrimogeni, usate contro i manifestanti, prodotte in America o in Israele, come ad indicare una corresponsabilità occidentale ed israeliana nella repressione delle proteste.
AlJazeera mostra immagini nella quali un ufficiale delle forze dell’ordine, durante una carica, spara diversi colpi di pistola ad altezza d’uomo.