Dal 31 luglio diventeranno legalmente vincolanti le sanzioni decise ieri dall’UE contro la Russia. Questa volta l’UE ha alzato il tiro, mirando alla possibilità di rifinanziamento delle banche e aziende russe. In particolar modo sono state poste all’indice le aziende ad alto contenuto tecnologico, imponendo un blocco alle esportazioni di macchinari di precisione ed elettronici sia per usi militari (e qui c’è la novità) sia per usi *civili*. Verrà posto un embargo anche su lavorati e semilavorati direttamente connessi all’industria estrattiva, per la prospezione di nuovi giacimenti e non per i giacimenti già operanti. I mercati finanziari hanno accolto con una certa freddezza l’annuncio, anche perchè si prospetta nei prossimi mesi un ulteriore raffreddamento dei rapporti UE / Russia. Rimane da capire chi darà il colpo di grazia agli scambi con una economia che, non dimentichiamolo, ammonta a 2000 miliardi di dollari e che rimane strategica per gli approvvigionamenti di gas e petrolio (per la UE stessa in primis).