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Motovedetta italiana minacciata nel Mediterraneo. Primo episodio di pirateria nel Mare Nostrum

Libia

Pomeriggio del 15 febbraio, il mediterraneo vive in atto di pirateria. Un barchino con a bordo un gruppo di clandestini viene intercettato a poche miglia dalle coste libiche. Il personale di salvataggio della Guardia Costiera recupera i clandestini, poi cerca di sequestrare, per ciò che può essere utile, il barchino degli scafisti. Ma a questo punto i pirati, perché questo sono, imbracciano armi da guerra, le puntano contro la nostra motovedetta, che soccombe alla minaccia e si allontana verso nord lasciando la barca ai pirati libici.
I pirati, mercanti di uomini, tornano a sud e nessuna unità italiana di mare o di aria li intercetta e li neutralizza.
Il fatto è gravissimo perché i nostri uomini erano disarmati, hanno dovuto soccombere alla minaccia di uno sparuto gruppo di pirati, nessun mezzo militare italiano ha ripristinato l’ordine con la forza necessaria.
Se questa è la postura con la quale ci avviciniamo alla Libia, un intervento sarà un disastro. Urge cambiare regole di ingaggio e compiti delle forze armate nel Canale di Sicilia.