Tutto è cambiato ora nel caso dei nostri due fucilieri di marina, ma in effetti nulla è cambiato. Chieri con grande soddisfazione abbiamo dato la notizia della decisione del tribunale internazionale dell’Aja di concedere al nostro fuciliere Salvatore Girone di rientrare in patria in attesa che si pronunci l’arbitrato internazionale che deve decidere per prima cosa a chi spetta la giurisdizione per tenere l’eventuale processo a carico dei nostri due fucilieri di marina. Nonostante noi seguiamo questa vicenda in modo tagliato fin dai suoi primi giorni abbiamo preferito attendere fino ad oggi prima di pubblicare un post in merito. Questo perché non ci erano chiari i termini della sentenza emessa dal tribunale internazionale che oggi è stata pubblicata.
Nella sentenza si evidenzia che il nostro fuciliere di marina deve tornare in Italia in attesa del completamento dell’arbitrato internazionale; dalla stessa sentenza emerge che sua permanenza in Italia Salvatore Girone sarà soggetto a misure di sicurezza che saranno identificate dalla Corte Suprema indiana e che per permettere il ritorno di Girone in Patria India e Italia dovranno accordarsi sulle modalità di tale rientro.
Se l’India si comporterà, come ha fatto in questi quattro anni, è ragionevole attendersi che ci troveremo dinanzi ad una serie infinita di rinvii che non decideranno alcunché ma che potrebbero costringere il nostro fuciliere a rimanere prigioniero a Nuove Delhi per un tempo molto lungo tempo. Già oggi un ministro (non è chiaro se il ministro delle telecomunicazioni o delle comunicazioni con il parlamento) ha affermato in aula che l’India farà valere le proprie ragioni e che tutelerà in ogni modo se stessa e le famiglie dei pescatori che Nuova Delhi afferma essere stati uccisi dai nostri fucilieri.
Ora per l’Italia, che finalmente ha intrapreso la corretta strada dell’arbitrato internazionale ma ora che ha in mano una sentenza del tribunale dell’Aja dovrebbe rivolgersi al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ed ai suoi alleati affinché uniti determinino l’ottemperanza dell’India alla sentenza del tribunale internazionale. È il momento di verificare chi sono i nostri amici e chi tra i nostri alleati ha interesse a difenderci in questa situazione nella quale una sentenza di un tribunale internazionale ci riconosce un diritto chiaro ed esplicito.
W il San Marco!