È arrivata nella notte a Bruxelles l’ultima proposta del governo greco riguardante una possibile soluzione, seppur temporanea, della crisi finanziaria greca.
Il governo di Atene avrebbe preparato una manovra da quasi 12 miliardi di euro, 4 miliardi in più rispetto alle misure chieste da Bruxelles due settimane fa e che determinarono il referendum del 5 luglio scorso.
Anche se il saldo totale risulta superiore agli 8 miliardi di tagli ed austerità chiesti da Bruxelles quello che fa la differenza sono i capitoli di spesa sui quali il governo di Atene vuole intervenire.
La Troika desidera infatti avere, non solo una cifra di tagli alla spesa pubblica garantita, ma vorrebbe anche decidere quali tagli operare.
Registriamo una sempre più forte pressione degli Stati Uniti di America nei confronti degli alleati europei indirizzata a determinare una ristrutturazione del debito pubblico greco, mettendo nei fatti la cancelliera tedesca Merkel in una posizione di estrema debolezza, sia all’interno del proprio paese sia nel consesso europeo.
L’America ricalca la posizione del fondo monetario internazionale istituzione economica nella quale Washington è il primo azionista e contributore. La ristrutturazione del debito pubblico greco è invece sempre stata osteggiata, anche pubblicamente, dalla cancelliera tedesca. Nel caso in cui la Grecia dovesse ottenere una ristrutturazione del proprio debito, e cioè la rinuncia da parte dei creditori ad esigere parte del debito stesso, anche altri paesi dell’eurozona potrebbero chiedere la medesima procedura, al fine di poter destinare più risorse alla ripresa economica.
Entro il prossimo fine settimana si esprimerà sulla proposta di Atene. Sebbene oggi appaia chiaro che solo con una ristrutturazione del debito pubblico greco si potrà evitare la fuoriuscita di Atene dall’eurozona, è altrettanto chiaro che tale ristrutturazione del debito pubblico greco impatterà, e non in maniera marginale, sulla capacità di governo a medio termine della Cancelliera tedesca Merkel.
Anche a casa della campagna di stampa incoraggiata a volte dallo stesso partito della cancelliera tedesca, la popolazione germanica avrà la sensazione di aver pagato di tasca propria gli errori dei greci. I tedeschi individueranno quindi nella signora Merkel una “cancelliera di gomma”, che non è stata in grado di difendere l’interesse supremo della nazione tedesca, determinando la fine della sua carriera politica.
A Bruxelles non si gioca quindi solamente la partita greca, dobbiamo ricordarcene quando osserviamo l’incertezza e la rigidità degli attori che giocano su questo campo.