L’Iran testa un nuovo missile balistico co portata di 1900 KM
L’Iran ha testato, verso la fine dello scorso mese di novembre, una evoluzione del missile balistico Shahab 3 (Meteora in Farsi), un vettore che ora ha raggiunto un raggio utile di quasi 2000 km. Il missile, a propellente liquido, dovrebbe essere il fulcro delle forze missilistiche strategiche iraniane, che verranno alloggiate in almeno due basi sotterranee nel nord del paese, una delle quali già terminata e dotata dei primi modelli del missile Shahab. Il medesimo missile può anche essere lanciato da un veicolo mobile, aumentandone le capacità di sopravvivenza.
Il test dello scorso novembre è stato compiuto nonostante una risoluzione delle Nazioni Unite (mai abrogata nemmeno dalle nuove risoluzioni sugli accordi riguardanti il programma atomico iraniano) impedisca formalmente all’Iran di compiere esperimenti missilistici. Questa risoluzione non è mai stata presa in considerazione dall’Iran e Teheran ha sempre proseguito nello sviluppo suo programma spaziale e di missilistica bellica.
Il missile Shahab 3 aggiornato, può portare un carico maggiorato e minaccia non solo le monarchie sunnite del Golfo Persico ma anche il territorio dello stato di Israele e la totalità del territorio della Turchia. Questo modello del missile Shahab 3 è in grado, come le precedenti versioni di portare sul bersagli una testata convenzionale oppure una nucleare.
Lo sviluppo del missile Shahab pone quindi le basi al fatto che l’Iran possa un domani diventare una potenza atomica della regione.
Il nostro gruppo è convito che la teocrazia sciita non abbia abbandonato l’idea di diventare una potenza atomica, e che la parziale sospensione del programma nucleare sia funzionale ad un rafforzamento economico e militare convenzionale dell’Iran, rafforzamento propedeutico alla costruzione di un’arma atomica.