Si chiamava Hassan al-Laqqis, era una delle figure di spicco dell’Hezbollah libanese, è stato assassinato con sette colpi di pistola nei pressi della propria abitazione alla periferia di Beirut.
Vista la sua storia personale, il comandante Hassan al-Laqqis, potrebbe aver avuto il compito di organizzare il trasferimeto di armi e tecnologia attraverso la valle della Bekaa, dalla Siria verso il Libano.
Se questa ipotesi fosse confermata egli poteva essere il potenziale obiettivo di un assassinio mirato, ma questo assassinio puó anche essere l’indicazione che forse alcune armi avanzate siriane possano aver raggiunto il Libano senza essere distrutte lungo il loro percorso dalle forze di difesa di Israele.
Tuttavia l’assassinio è stato rivendicato da una brigata sunnita di Baalbek, città nella valle della Bekaa, il che farebbe pensare ad un fatto di sangue collegato direttamene all’attività pro governativa dell’Hezbollah in Siria.
È molto probabile che le formazioni terroristiche sunnite che operano in Libano possano avere come obiettivo principale il Leader dell’Hezbollah Hassan Nasrallah, il quale però è protetto da un imponente apparato di sicurezza, apparato che ne tiene spesso celata anche la residenza, oltre che gli spostamenti.
L’omicidio di Hassan al-Laqqis, persona estremamente prossima al leader dell’Hezbollah, potrebbe essere anche un forte segnale di pressione inviato al vertice della milizia sciita.
Fonti libanesi riferiscono che al-Laqqis era scortato visto il particolare momento, questo fatto esclude che l’omicidio sia stato compiuto da un solo uomo ma dovrebbe essere stato frutto di una organizzazione più articolata.
Il punto è che comunque, come abbiamo già scritto nei giorni scorsi, il Libano diventa settimana dopo settimana più instabile e il ferreo controllo degli sciiti sull’ordine generale del paese sembra diventato molto più precario.