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L’Egitto interrompe la fornitura di gas ad Israele

La compagnia nazionale di gas egiziana EGAS ha annunciato che sospenderà ogni fornitura di gas naturale ad Israele, interrompendo senza preavviso un contratto che avrebbe dovuto essere in essere per altri 15 anni che garantiva allo stato ebraico 7 miliardi mi metri cubi di gas all’anno. La notizia motivata probabilmente dalla necessità politica di rinegoziare il prezzo del metano venduto a Tel Aviv mette però in evidenza come sia cresciuto in questi mesi il nazionalismo e la voglia di rivincita egiziana nei confronti di Israele. Dopo questa mossa del Cairo, lo stato di Israele si sentirà ancora più isolato ed ancora più circondato, aumentando la percezione di insicurezza non solo della popolazione ma anche del governo stesso.

Senza la vitale fornitura di gas naturale che era garantita dall’Egitto tutta l’economia israeliana è a rischio visto che i depositi di proprietà israeliana di gas si sono ormai esauriti e i nuovi giacimenti, in prte reclamati da altri stati dell’area, sono ancora lontani dall’entrata in produzione.

Israele sperimenterà già da questa estate una importante carenza energetica che ne minerà il benessere dei cittadini e le capacità dell’industria. Ma più di ogni altra cosa una cosa è chiara stasera a Tel Aviv, Israele è solo, senza l’Egitto, senza la Turchia e con l’America di Obama che non ha nelle sue priorità la sicurezza dello stato ebraico.

Un bel problema, non solo per Israele ma per tutti gli abitanti della regione medio orientale.