La settimana macroeconomica
La settimana appena iniziata è foriera di una raffica di nuovi indicatori economici, tutti particolarmente importanti. Si parte innanzitutto dall’indice PMI (Purchasing Managers Index) per diverse delle prime economie mondiali: Italia, Francia, Germania, Spagna, Gran Bretagna e Unione Europea. L’indice PMI cinese è già uscito e ha confermato l’andamento degli ultimi mesi. Il consenso degli analisti prevedeva un aumento dell’indice, seppure lieve, e così è stato. L’indice HSBC PMI è addirittura andato oltre le aspettative, toccando quota 51.6, diversamente l’indice PMI ufficiale è aumentato, ma meno del previsto. Ad ogni modo, questo è un segnale positivo che proviene dalla Cina, semmai la domanda è: quanto è positivo per le restanti economie globali. E questo è il punto fondamentale: andando a disaggregare la domanda, si nota che ciò che spinge al rialzo gli ordinativi è la domanda interna. In questo senso, l’aumento del PMI cinese ci dice ben poco (e quel poco non è di certo positivo) sulle economie occidentali. Dovremo aspettare il consolidamento degli indici PMI dei paesi occidentali per capire in quale direzione si stiano muovendo queste economie.
In giornata uscirà anche il PMI statunitense, previsto in aumento (maggiori aggiornamenti nelle prossime ore).
Per quanto riguarda i paesi sopra indicati, in particolare i nostri analisti si aspettano una lettura in calo sostanzialmente per tutti, Germania compresa che potrebbe tornare sotto quota 50. In tal senso la breve fase espansiva tedesca, potrebbe nuovamente subire contraccolpi e scendere in area recessiva, soprattutto a causa delle esportazioni verso i partner europei, ormai in gravi sofferenze da diversi trimestri.
L’Italia vedrà consolidato il proprio indice PMI (previsto in calo o stabile, ma su valori molto negativi) e contemporaneamente in settimana uscirà anche il tasso di disoccupazione. Per questo indicatore, purtroppo, ipotizziamo un aumento seppur lieve. In linea di massima, lo ricordiamo, per il 2013 era stato previsto un tasso di disoccupazione pari a circa il 12% e al momento non ci sentiamo di smentirlo. La prossima lettura della disoccupazione dovrebbe infatti avvicinarci ulteriormente a quel valore, in linea con la media europea.
Per concludere la nostra usuale carrellata di indicatori macroeconomici, ricordiamo che in settimana giungeranno anche le decisioni della BCE sul tasso di interesse applicato. Attualmente il tasso è pari a 0.75% e vista la congiuntura economica attuale, senza che vi siano particolari pressioni inflazionistiche, è possibile immaginare il mantenimento di questo tasso fino alla prossima decisione. Sempre dall’UE verranno comunicate le vendite al dettaglio e su questo fronte, i nostri analisti prevedono un ribasso sia mese su mese, che anno su anno.
Disclaimer: come ogni articolo economico di GPC, anche questo non vuole essere un suggerimento all’investimento o al disinvestimento in qualsivoglia titolo, azione, obbligazione o altro strumento finanziario. Quanto qui espresso è frutto di pure opinioni personali.
Aggiornamento: il tasso di disoccupazione italiano, a sorpresa, non solo non è cresciuto, come avevamo ipotizzato, ma è addirittura lievemente calato, passando dal precedente 11,7% a 11,6%.
Aggiornamento: vi comunichiamo il dato consolidato degli indici PMI di Italia (44.5), Francia (44.0), Germania (49.0), Spagna (44.2). Nel complesso, come previsto tutti gli indici PMI scendono e anche la Germania torna sotto quota 50, sebbene il calo sia meno ampio del previsto. Complessivamente il PMI dell’UE si attesta a quota 46.8. Inversione di tendenza, invece, per il PMI inglese che sale a 48.3, comunque in zona recessiva.
[togglebox state=”closed” head=”Manifacturing Purchasing Managers Index” ]L’indice PMI è utilizzato globalmente per fotografare le condizioni di salute del settore manifatturiero. Questo indicatore è tanto più importante quanto l’economia del paese in esame ha un comparto manifatturiero consistente. Normalmente una lettura al di sopra dei 50 punti indica un ciclo economico espansivo, viceversa al di sotto dei 50 punti siamo in presenza di un ciclo in contrazione.[/togglebox]