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Grecia chiuse le banche e la borsa. Attesa per l’annuncio del controllo dei capitali

Grecia chiuse le banche e la borsa. Attesa per l’annuncio del controllo dei capitali

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La borsa e le Banche greche resteranno chiuse per una settimana, e cioè fino a lunedì 6 luglio, il giorno successivo al referendum indetto dal governo di Tsipras. Siamo in attesa di conoscere quale sarà il tetto imposto dal governo al limite di prelievo presso i bancomat per i cittadini greci. Il ministro annuncerà a breve la cifra, che secondo affidabili indiscrezioni locali, dovrebbe essere di 60 euro al giorno. Nessuna limitazione per le imprese. 

Per quanto riguarda i sondaggi riferiti al referendum sulla permanenza nell’euro il sì all’accordo appare in netto vantaggio. Tuttavia non bisogna dare nulla per scontato e questa settimana con le banche chiuse potrebbe spostare, in maniera sostanziale, queste percentuali. Comunque finirà il referendum la Grecia vivrà grandissima instabilità. Se vincerà il sì la Grecia resterà nell’eurozona, ma il govenro si dimetterà, portando a nuove elezioni dall’esito più che incerto. In caso di vittoria del no, assisteremo ad un terremoto finanziario dalle conseguenze imprevedibili. 

Viviamo tempi interessanti. 

Aggiornamento 

Da domani in Grecia possibile ritirare 60 euro a testa, oggi probabilmente non sarà possibile ritirare nulla. 

Comment(15)

  1. Secondo alcuni una grexit potrebbe scatenare una tempesta sui mercati finanziari e del debito globali, con una crisi peggiore di quella del 2008… Scommettiamo che succede anche qualcosa di interessante dal punto di vista geopolitico, a breve?
    Questa insubordinazione di un paese euro al fmi/ troika non deve essere un precedente per i great masters dell apparato finanziario…

  2. Ah non c’è dubbio che ” viviamo tempi interessanti”!
    Talmente interessanti che potrebbero costituire un unicum nella storia dell umanità.
    In un certo senso siamo fortunati a vivere oggi, grandi sfide aspettano i popoli, credo di tutto il mondo.

  3. Ci sono i presupposti per considerare una grexit come azione indotta o comunque influenzata da parte di uno stato estero, al fine di scardinare l’eurozona atteso che questa è una concorrente nel mercato mondiale?

    Non è che per caso siamo di fronte all’ennesimo territorio di scontro tra le tre grandi potenze dei nostri giorni?

    Una implosione dell’EU, determinerebbe un nuovo mercato di investimento a basso costo, proprio da parte di terzi.
    Se vuoi conquistare l’economia mondiale devi iniziare con il circoscrivere uno dei concorrenti.

  4. “In caso di vittoria del no, assisteremo ad un terremoto finanziario dalle conseguenze imprevedibili.”
    Ehm, che tipo di terremoto finanziario?

  5. e i cinesi…

    New York, 29 giu 10:56 – (Agenzia Nova) – La preoccupante volatilità esibita dagli indici azionari cinesi nelle ultime due settimane, dopo il progressivo montare di una bolla di dimensioni senza precedenti, è la dimostrazione, scrive il “Wall Street Journal”, che la Cina resta “un’economia in via di sviluppo con un sistema finanziario immaturo”, che sta operando da mesi in preda a un’euforia smodata, a una leva eccessiva e a milioni di investitori dilettanti privi o quasi delle più basilari nozioni per operare in borsa. Nell’ultimo anno le quotazioni di mercato cinese sono cresciute di oltre il 100 per cento, e lo stesso è accaduto per le marginazioni (acquisto di titoli tramite prestiti ottenuti dai broker finanziari, ndr), che la scorsa settimana erano stimati nell’ordine dei 238,5 miliardi di dollari. Questa montagna di debito – scrive il quotidiano Usa – ha certamente influito sulle fluttuazioni degli ultimi giorni, con l’indice composito di Shanghai in ribasso del 19 per cento rispetto ai massimi registrati il 12 giugno. A peggiorare il quadro della situazione è il fatto che “i promotori immobiliari, i governi locali e le compagnie di Stato sono tutti egualmente sovraesposti”: nonostante il tentativo delle autorità di Pechino di riequilibrare l’economia dagli investimenti ai consumi, l’allocazione sub-ottimale dei capitali in investimenti a rischio “continua ad espandersi”. Un recente rapporto del McKinsey Global Institute stima che nel 2014 il volume complessivo dell’indebitamento pubblico e privato cinese ammontasse al 282 per cento del pil. Un valore “straordinariamente elevato per una economia in via di sviluppo, specie se paragonato alla stima del 2008 (158 per cento) rispetto alla quale segna quasi un raddoppio. Le modalità con cui Pechino sta cercando di disinnescare la bomba a orologeria del debito – col “bail-out dei governi locali responsabili di aver costruito ponti verso il nulla e città fantasma”, non fa che rimandare il problema, semmai ingigantendolo. I governi provinciali rifinanzieranno il loro debito emettendo 419 miliardi di dollari di obbligazioni che verranno acquistate dalle banche di Stato cinesi, che a loro volta le commuteranno presso la banca centrale in cambio di riserve per nuovi prestiti. Un soluzione più dolorosa nell’immediato, ma certo più salutare, sarebbe stata quella di favorire la liquidazione, anziché ripetere “l’azzardo morale” già operato dalla Cina con la ricapitalizzazione delle banche a fine anni Novanta. Nei mesi scorsi, poi, Pechino ha incoraggiato la creazione della bolla finanziaria anziché limitarla, per compensare il rallentamento dell’economia reale. L’unico elemento positivo in uno scenario potenzialmente esplosivo – scrive il “Wall Street Journal” – è la politica monetaria sinora abbastanza moderata da parte della Banca popolare cinese (Pboc): la banca centrale ha gradualmente abbassato i tassi d’interesse e incrementato la liquidità, ma non ha “aperto i rubinetti” come aveva fatto nel 2009. La scorsa settimana, però, la Pboc ha perso rapidamente la calma di fronte all’evaporazione di denaro in Borsa, operando una rapida agevolazione dell’accesso al credito: si tratta di un segnale tutt’altro che rassicurante, poiché dimostra che le autorità cinesi non dispongono cella forza necessaria ad applicare l’imprescindibile disciplina di mercato.

    1. Questo articolo dovrebbe fare riflettere chi crede che i BRICS siano il futuro.

      Un futuro fatto di banche, oligarchie finanziarie e politiche rappresenta una condanna per tutte le società, indipendentemente dal sistema adottato e dallo stato di riferimento.

  6. Si, noi siamo già in preda alle oligarchie finanziarie da almeno un secolo… Ora ci si mettono pure loro, con la differenza sostanziale che almeno dal punto di vista dell’economia reale, un’alleanza con i brics ci converrebbe.

    1. Nel breve-medio termine forse….nel lungo termine finirebbe come sta finendo con l’EU

  7. Finirebbe come con l eu? Non penso proprio, stiamo parlando di miliardi di potenziali clienti che oggi non possiedono quasi nulla.
    Si continuerebbe a produrre, e non armi, bensì prodotti che sono utili per la vita di tutti i giorni. Non finirebbe come l eu…

    1. Scusi ma Lei posta un articolo del WSJ dove si parla di bolla finanziaria della Cina per poi venire a dire che non finirebbe come l’EU??

      Ma la bolla finanziaria sulla Grecia cosa rappresenta allora?
      La Grecia ha gonfiato i propri bilanci per entrare in EU e questa all’inizio non ha controllato.
      Poi quando ci si è accorti della bolla finanziari greca allora l’EU, per non straperdere, ha cercato di aiutarla con aperture di credito prive di copertura greca.
      Sovraindebitamento su denari non disponibili, come precisamente viene riportato nell’articolo riguardante la Cina.

  8. Anche se ci fosse una crisi in Cina, non avrebbe di certo gli stessi devastanti effetti di una lehman brothers, dato che la banca centrale può ancora intervenire. Qui da noi , le banche centrali hanno finito i colpi, e il risultato lo stiamo per vedere. Bolle da trilioni di dollari in derivati, bolle in borsa, bolle sui titoli di stato… Una immensa bolla che potrebbe farci più male della crisi del 2008 (a onor di cronaca, già sui libri di economia c’è scritto che la crisi del 2008 non è stata una vera e propria crisi,ma solo un’anticipazione in confronto a quello che potrebbe succedere in caso di esplosione vera e propria di bolle da me sopra citate).
    A causa di queste crepe, io mi aspetto grandi eventi geopolitici in queste settimane /mesi, anche sotto forma di provocazioni varie… La cina e la russia possono resistere e aspettare sulle sponde del fiume il cadavere dell’occidente, dato che le loro economie, più forti perché non toccate in maniera significativa dalla crisi del 2008, possono ancora assorbire i colpi.
    Non per niente oggi Poroshenko ha detto che vuole le armi pesanti usa…

    1. Infatti avevo detto che probabilmente nel breve-medio periodo la Grecia vedrebbe dei vantaggi nei BRICS, ma ne lungo periodo, se la partenza è già questa (bolla finanziaria cinese), finirebbe tal quale come sta finendo l’EU.

  9. Anche secondo me dobbiamo aspettarci grandi provocazioni da parte dell occidente, che sta per implodere su se stesso…

  10. Bha …. a morti gli uomini non hanno da invidiare nulla gli uni con gli altri. Poi se ci si basa sulla geografia ….. io non entro nel gioco dei più cattivi e dei più buoni. Quindi lasci stare.

    Io credo che allo stato … l’occedente sia più avanti delle altre organizzazioni .. molto semplice. E mi fanno ridere quelli$ che inneggiano a posti dove loro per primi non vivrebbero manco morti. Vada a fare l’operaio in certi paradisi dell’avvenire … Poi mi posta le sue impressioni .. oppure vada in posti dove ancora la posizione sociale la decide la nascita senza se e senza ma. E poi mi parla di democrazia o diritti ….

    Intanto noi occidentali continueremo a fare progresso .. e gli altri ad invidiarci e a cercare di eliminare noi e quello che rappresentiamo .. stia pure certo.,

    Alessandro.

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