La montagna della burocrazia e della tecnocrazia europea ha partorito l’ennesimo topolino. Oggi sono stati resi noti i numeri riguardanti il famoso piano di “quote obbligatorie” per l’accoglienza dei profughi che giungono in Europa. I numeri raccontano da soli del totale fallimento delle politiche di condivisione e solidarietà della “nostra” europa. La Comunità Europea si impegna, e non è ancora chiare con che ruolo da parte di quei paesi che si oppongono anche all’ingresso di un solo profugo e alla modifica del trattato di Dublino 3, a distribuire nel continente 1000 profughi dall’Italia al mese. 1000 profughi un numero paragonabile a quanti ne vengono sbarcati sulle coste italiane in 36 ore, un numero risibile, esiguo, insignificante.
L’Europa inoltre ha puntualizzato che non accoglierà nessun migrante clandestino o migrante “economico” come il burocratese europeo li definisce. L’Europa accoglierà solo 1000 profughi al mese provenienti dalla Siria o dall’Eritrea, luoghi dove vi è un conflitto conclamato, tutti gli altri verranno respinti dai paesi della Comunità. E dove verranno respinti? Nei paesi di origine? No, verranno respinti verso l’Italia in quanto paese di prima accoglienza e che ha l’obbligo di accogliere i profughi (Siriani o Eritrei) ma di respingere tutti gli atri (nord africani, nigeriani senegalesi, ivoriani, kenioti, congolesi ecc).
Invece ora in Italia è passato il concetto che chiunque arrivi da un barcone sia un “profugo” e non un “emigrante economico”. La differenza è sostanziale, così come i numeri alle spalle dei due diversi fenomeni.
In cambio dell'”accoglienza” europea in Italia opereranno squadre di “identificatori” che avranno appunto il compito di associare parametri biometrici ad una identità. Perché? Perché in questo modo saranno individuabili i profughi dai migranti irregolari, e sarà certificato che essi hanno preso terra in Italia. In questo modo, in un qualsiasi momento del prossimo futuro, se tali individui dovessero essere fermati dalla polizia in Germania, piuttosto che in Francia (e essi non siano funzionali alle necessità del paese dove il fermo è avvenuto) essi potranno essere espulsi verso l’ITALIA , in accordo con i trattati di Dublino e il nostro paese sarà obbligato a farse carico “sine die”.
Il sud Europa, Grecia ed Italia in particolare, si trasformerebbe così in una specie di argine naturale dei paesi del centro e del nord europa per il problema immigrazione, un argine da utilizzare per evitare un eccessivo afflusso di immigrati nei paesi dell’Europa centrale, ma allo stesso tempo un bacino da utilizzare per permettete un flusso “utilitaristico” di immigrati necessari all’industria manifatturiera tedesca e non solo.
Questo accordo è un accordo a nostro avviso da respingere e che causerà negli anni futuri ingenti danni al tessuto economico e sociale del nostro paese.