Ricapitoliamo velocemente. Alla Camera vince Il Partito popolare Pp di Rajoy con il 28,7% e 123 seggi. Numeri che non gli consentono di formare un governo monocolore, grande novità per lo storia politica spagnola. Seguono i socialisti con il 22,02% e le due grandi sorprese (annunciate): Podemos con il 20,65% dei voti, grazie ai quali ottengono ben 69 seggi, e Ciudadanos con il 13,93% con 40 seggi (anche se nei giorni scorsi si prospettavano dai 2 ai 3 punti percentuali in più di preferenze). Entrambi non erano presenti alle elezioni del 2011. I Grandi sconfitti sono senz’altro i due partiti storici: Partito Popolare e Partito Socialista. Il primo subisce un -15% delle preferenze, mentre il secondo, con un -6,38%, rischia di diventare il secondo partito a rappresentare la sinistra spagnola. E ora? Bella domanda, sia per noi di GPC, ma soprattutto per i leader dei 4 partiti più votati. E perché no, anche per Bruxelles. Arrivare ai 176 seggi, necessari per avere la maggioranza in parlamento, non sarà certo facile. Quali possibilità? Al premier uscente Rajoy sarà concesso il primo tentativo. Impossibile, dati i numeri e le posizioni distanti, riuscire a formare un governo di centro-destra con la formazione anti-casta Ciudadanos. Dall’altra parte il partito socialista non vede di buon occhio la formazione di Podemos, e vice-versa. Per formare una coalizione di governo di sinistra sono comunque necessari i seggi vinti dagli autonomisti/indipendentisti Baschi e Catalani. Gli unici, tra l’altro, a riconoscere la possibilità di indire un referendum sulla secessione della Catalogna è stato proprio Iglesias. La resa dei conti arriverà il 13 Gennaio quando il Parlamento è convocato. Lo scenario più intrigante, essendo improbabile (per il momento), è una grosse-Koalition, ovvero una larga intesa tra il Pp e socialisti. Re Felipe avrà giorni di fuoco davanti a sè. Bruxelles, come a Berlino, si stanno interessando particolarmente alla “corrida” politica in atto.
E se il torero fosse di origini teutoniche…?