Dopo gli attacchi terroristici ad Ankara e nel sud della Turchia i vertici dello stato turco hanno dichiarato che la Turchia prevede ora una nuova dottrina di difesa.
La Turchia ritiene che la bomba ad Ankara, che ha causato la morte di 28 militari e il grave ferimento di altre 60 persone tra civili e militari, sia stata un atto ordinato dalle milizie curde YPG e PYD, che operano nel nord della Siria, combattendo al fianco di Al Assad contro i ribelli siriani.
La Turchia, per bocca del presidente Erdogan, ha affermato che nel caso la Turchia sentisse minacciata la sua sicurezza, Ankara si riserva il diritto di compiere operazioni militari di tipo preventivo. Sebbene egli non l’abbia detto espressamente, ma alla luce del fatto che le milizie accusate da Ankara operano nel nord della Siria, tali operazioni militari potrebbero quindi svolgersi all’interno del territorio siriano.