Donetsk, est dell’Ucraina, ieri alcune centinaia di attivisti filo russi indipendentisti hanno preso il controllo degli edifici del consiglio regionale, del comune e dei servizi segreti e proclamato la nascita della Repubblica del Popolo di Donetsk. Dopo una notte di scontri, violenti ma senza vittime, questa mattina sembrava che gli indipendentisti si fossero arresi e che l’autoproclamata Repubblica fosse già stata sepolta e dimenticata.
A Donetsk però, così come a Luhansk, qualcuno resiste ancora e non intende arrendersi. Nemmeno dinnanzi alla dichiarazioni ultimative di Kiev che promettono una repressione dura e decisa contro chi voglia ancora perseguire l’idea di una repubblica autonoma e di un referendum popolare per l’indipendenza.
Tutto si gioca nel comprendere quali appoggi abbiano gli indipendentisti a Mosca. Se è vero che se questi uomini si possono essere mossi in maniera avventata, è anche vero che il fallimento del tentativo autonomista potrebbe limitare l’influenza russa sulla regione.
Sono ore di decisioni cruciali, decisioni che decideranno il futuro della regione; anche nel caso in cui Mosca decida di non intervenire direttamente.