Donbass, Kiev ordina il ritiro delle armi pesanti
Lungo gran parte della “linea di contatto” del Donbass è in atto il ritiro delle armi pesanti ordinato dal presidente ucraino Poroschenko. Secondo quanto stabilito dagli emissari governativi e filorussi sul campo hanno iniziato il ritiro delle prime armi pesanti i filorussi 48 ore fa e oggi le truppe ucraine stanno eseguendo un massiccio ritiro di sistemi missilistici ed artiglieria, seppur ancora non alle distanze stabilite dagli accordi di Minsk II.
La tregua regge su tutto il fronte e si registrano solo piccoli incidenti con l’impiego sporadico di mortai ma senza vittime ne dalla parte ucraina, ne da quella indipendentista.
Il ritiro delle armi pesanti alla distanza stabilita da Minsk II, dovrebbe essere completato entro la metà del mese di Marzo.
Photo : fonte Wikipedia aut. Michael
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La vedo brutta per Poroshenko, che ultimamente vedo come troppo pacifista rispetto ai battaglioni filo-nazi, parlamentari bellicisti, gli USA che premono ovviamente per il conflitto e lo stesso Iatseniuk,, “signore della guerra”, che ha la maggioranza in seno alla Rada. Poroshenko secondo me sarà fatto fuori in qualche modo dal suo stesso basamento di consenso e potere.
Comunque sia, per quanto riguarda il campo di battaglia, non si sta ripetendo altro che la stessa parabola ingannevole in seguito agli accordi Minsk I di Settembre: tregua fragile e ritiro armi pesanti per poi riorganizzarsi e riprendere il conflitto civile più violento di prima. È solo parvenza.
Non una soluzione politica di compromesso è stata approvata da tutte le parti accondiscendendo in qualche modo alle richieste di tutte le parti in nessuno dei due accordi Minsk I di Settembre e II di Febbraio, ma solo soluzioni tattico-militari (come la tregua e il ritiro di armi pesanti) prive di soluzioni politiche e, come tali, destinate al fallimento : enfatico è chiamare queste trattative “accordi”, sono solo guadagno di tempo. Ricordiamoci infine che Gran Bretagna e USA, i due centri del potere finanziario del mondo occidentale in preda a questa gigantesca crisi economica e ai più viscidi oligarchi del pianeta, preferiscono la guerra. Ancora in corso la ricerca di una decisione relativamente all’invio ufficiale di armi all’Ucraina da parte di USA, i paesi dell’Europa Orientale più russofobi che mai e consiglieri militari occidentali che giungeranno prossimamente in Ucraina per addestrare l’esercito regolare.
Vedrete che quando in Ucraina tornerà il caldo si apriranno le danze, ma la musica da ballare sarà assolutamente macabra
Kiev probabilmente aspetta anche le “forniture” speciali appena ordinate ai Sauditi.
Prima si mandano le truppe per addestrare gli ucraini affinché non si sparino sui piedi con le armi di ultima generazione, poi i soldati per difendere le truppe che li addestrano, e così si comincia la guerra…d’altronde anche in Vietnam si fece così, solo, il Vietnam non era alla periferia della più grande potenza nucleare del mondo… Ma questa per i guerrafondai è una sottigliezza trascurabile…
Tutto ciò è voluto di proposito.
Kiev non è Saigon o Phnom Penh, e non è neanche Grenada, Panama, Baghdad, Kabul, Belgrado, Tripoli o Damasco.
Questo golpe non è come quelli contro il Cile di Allende, il Guatemala di Arbenz, l’Indonesia di Suharto o la Grecia del 1967.
L’impero angloamericano ha perso la guerra economica contro le economie emergenti dei BRICS.
Gli resta solo il genocidio.
Ed è lì che mira.
Inutile farsi illusioni, ad un certo punto dal caos spunteranno i Trident dei sommergibili della classe Ohio e Vanguard e lo scudo ABM.
Si, una guerra non nasce certo per caso, ma per una precisa volontà politica ed elitaria.