La Corea del Nord ha riattivato la sua “fabbrica di plutonio” il reattore sperimentale da 5MW di Yongbyon, reattore che fa parte di un complesso che comprende anche le strutture necessarie alla riprocessazione del combustibile nucleare irradiato dal quale è possibile estrarre isotopi a scopo medico ma anche il plutonio indispensabile a costruire ordigni atomici.
Il complesso di Yongbyon era stato chiuso all’epoca degli accordi tra Stati Uniti, Cina e Corea del Nord sul programma atomico di Pyongyang, garantiti da ispezioni dell’AIEA. Purtroppo l’accordo sul programma atomico nord coreano non ha avuto gli effetti sperati e Pyongyang ha proseguito il suo cammino verso l’atomica, coronato dal successo di un test sotterrano di un dispositivo nucleare a base di uranio due anni fa.
Ora la Corea del Nord cerca il salto di qualità e cioè la produzione di testate a base di plutonio. Tuttavia le scorte di plutonio del regime di Kim Jong Un sono esegue e, per le info in nostro possesso, sufficienti per la fabbricazioni di 4/5 ordigni tattici. La riattivazione del complesso di Yongbyon indica che la Corea del Nord desidera espandere le proprie riserve di plutonio, forse in vista di esperimenti nucleari che intaccherebbero le esigue scorte del materiale fissile in loro possesso.
Il reattore di Yongbyon, è una macchina di limitata potenza e dimensioni e può fornire solo un piccolo quantitativo di plutonio, che gli esperti nucleari stimano sufficiente a produrre 3 testate in un anno di attività.