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Biden: pronti a usare lo strumento militare in Siria

Joe Biden

Il vicepresidente americano Joe Biden, l’uomo che ha da sempre avuto il compito di annunciare, o quantomeno minacciare, gli interventi militari dell’amministrazione Obama, torna a parlare della crisi siriana, e a 3 anni di distanza degli attacchi chimici di Goutha (che causarono centinaia di vittime civili in pochi minuti), torna a paventare la possibilità di una soluzione militare per la crisi siriana.
Biden afferma che questa “soluzione militare” prenderebbe forma solo “se fallisse la diplomazia” e avrebbe come obiettivo il Califfato Islamico, e verrebbe nei Turchi gli attori principali sul terreno.
Ma questa frase di Biden contiene una contraddizione. Come è possibile infatti che fallisca la diplomazia con lo “Stato Islamico”? Il Vicepresidente americano ammette quindi che gli Stati Uniti stiano trattando con i terroristi del Califfato?
Oppure, oppure esiste un’altra possibilità. E cioè che, sebbene mascherato come un intervento contro il Califfato, l’intervento militare americano sia in effetti mirato contro il regime di Al Assad, con il quale in effetti sono in atto trattative diplomatiche.
La frase di Biden, comunque venga interpretata ci consegna l’immagine di una svolta nelle politiche americane in Siria. Le affermazioni di Biden ci indicano che qualcosa di sconvolgente sta per accadere in Siria.
Sarà infatti sconvolgente apprendere che gli Usa stanno trattando (e poi su cosa?) per via diplomatica con il Califfato, e sarà ugualmente sconvolgente apprendere che gli Usa si preparano a colpire il governo di Al Assad e quindi anche gli interessi Russi.
La miccia nella polveriera Siriana è accesa, e dubitiamo che qualcuno ormai possa spegnerla