Questo episodio segna una grave escalation della crisi siriana, in quanto determina la paralisi della missione degli osservatori. Con la paralisi degli osservatori si riducono ancora le speranze che il piano di pace progettato con molta fatica dall’inviato dello ONU e delle Lega Araba Kofi Annan abbia successo. Nel piano di Annan, infatti, la libertà di movimento degli osservatori è un punto cruciale e l’unico modo che hanno oggi le potenze occidentali per fare pressione sulla scena internazionale nei confronti del regime di Assad. Sarà interessante, per valutare l’evolversi della situazione ascoltare e interpretare le dichiarazioni degli ambasciatori presso le Nazioni Unite di Russia e Cina, che fino ad oggi hanno difeso senza riserve lo status quo siriano.
Non è chiaro da chi siano stati esplosi i colpi di arma da fuoco, anche se Ban Ki Moon ha parlato di :”Forze Siriane” senza meglio speificare se si trattasse di truppe regolari o irregolari senza divisa, sembra comunque che il personale militare delle Nazioni Unite non sia stato ferito nello scontro, non è inoltre noto se nelle proprie procedure operative sia prevista qualche forma di assistenza o copertura nei confronti di osservatori delle Nazioni Unite in imminente pericolo di vita.
Il fatto di oggi segna comunque un nuovo e preoccupante capitolo della crisi siriana.