Una potente autobomba è esplosa nella provincia di Gaziantep, nei pressi del palazzo del governatore. L’autobomba ha causato almeno 8 morti e settanta feriti, tra i quali si avvoverano moltissimi uomini delle forze dell’ordine. La Turchia punta il dito contro gli uomini del PKK, il partito dei lavoratori del Kurdistan, che hanno preso possesso di tre province nord orientali della Siria delle quali controllano l’amministrazione civile, la giustizia, la sicurezza. Questo è l’ultimo di una serie di attacchi portati ad obiettivi militari e civili nelle regioni meridionali della Turchia. Questa volta però l’attentato ha colpito nel pieno del cento urbano di una capitale di provincia che possiede una caratteristica particolare: non confina con l’Irak, fonte storica degli attacchi dei ribelli curdi, ma confina con una delle province siriane controllate dai separatisti curdi. Cosa farà Erdogan, questi continui attacchi continuano ad indebolirlo, i militari iniziano a dubitare della determinazione del primo ministro e anche l’elettorato turco inizia a mostrare segni che mostrano un calo della fiducia in Erdogan, così come mostrano gli ultimi sondaggi.
Erdogan deve decidere, abdicare o alzare la voce con i curdi.
Qui trovate l’articolo di Hurriyet News