Armi avanzate siriane hanno raggiunto il Libano
Durante gli ultimi dodici/quindici mesi della guerra in Siria uno degli obiettivi principali della milizia sciita dell’Hezbollah è stato quello di portare in Libano alcune armi avanzate in possesso del governo siriano.
In particolare facciamo riferimento a tre categorie di sistemi d’arma: missili balistici a corto raggio (così classificati secondo gli standard internazionali) ma della gittata molto superiore a tutti i missili balistici ora in possesso della milizia libanese, sistemi antiaerei (sia portatili tipo Strela che meccanizzati a medio raggio), e sistemi antinave dual use come i missili Yakhont. Perché queste armi?
In primo luogo perché non sono oggi nell’arsenale dell’Hezbollah e perché il loro possesso potrebbe alterare i rapporti di forza in un eventuale conflitto con lo stato di Israele. Per ottenere queste armi Hezbollah ha sacrificato centinaia di uomini e in questi ultimi mesi sacrifica la stabilità del Libano.
All’inizio di dicembre il nostro sito aveva pubblicato almeno due articoli che parlavano di questo obiettivo della milizia libanese, noi però eravamo andati oltre e avevamo correlato la morte di un comandante dell’Hezbollah, Hassan al-Laqqis, con la possibilità che gel i sia stato assassinato per essere riuscito a portare in Libano alcuni di questi sistemi d’arma. Qui trovate il link al post del 5 dicembre 2013
Oggi giungono le prime conferme, diplomatiche e giornalistiche, sul fatto che l’Hezbollah possa realmente essere in possesso di almeno due dei tre sistemi d’arma da essi desiderati, parliamo dei missili balistici Scud D e dei sistemi antiaerei individuali Strela. Le medesime fonti suggeriscono il fatto che siano giunti in Libano anche parti del sistema missilistico Yakhon (P-800 Oniks / Brahmos SS-N-26).
Lo Scud D è un missile in grado di colpire con discreta precisione tutto il territorio dello stato di Israele, i missili Strela possono invece essere una minaccia per gli aerei, ma ancor di più per gli elicotteri d’attacco israeliani che operassero nel sud del Libano; i missili Yakhont sarebbero in un conflitto una minaccia mortale per le piattaforme petrolifere e metanifere israeliane nel mediterraneo nonché per la navi della marina israeliane che dovessero operare al largo del Libano, ma i missili Yakhont (supersonici e che possono viaggiare a 3/5 metri dalla superficie) possono essere impiegati anche contro bersagli terresti con una precisione impressionate non superiore ai 10 metri, rendendo questa arma una minaccia assoluta per Israele. Gli Yakhont (p-800 Oniks / Brahmos / SS-N-26) potrebbero colpire il quartier generale dell’esercito israeliano, la residenza del primo ministro, la Knesset o l’aeroporto Ben Gurion con precisione impressionante.
Se così fosse realmente potremmo assistere ad un attacco aereo israeliano su suolo libanese, ma secondo noi solo nel caso in cui fossero trasferiti in Libano tutte le componenti dei missili Yakhont, la sola presenza dei missili Strela e degli Scud D, non dovrebbe essere motivo sufficiente per un attacco così rischioso sul piano politico e militare. Gli Strela sono una minaccia reale ma non in grado di cambiare le sorti di una guerra, mentre gli Scud D per essere preparati al lancio necessitano di 60/90 minuti e con una accurato lavoro di intelligence possono essere individuati e distrutti prima del lancio. Altro ragionamento meritano i missili Yakhont che possono essere preparati e lanciati in appena 10/15 minuti e che rappresentano l’unica minaccia, oltre alle armi di distruzione di massa, che Israele non può permettersi di tollerare.