Oggi è in atto una missione complessa dell’aeronautica militare americana (USAF) nei cieli del nord europa, una missione che richiama alla mente i tempi della guerra fredda, quella vera, quella giocata negli anni 60, quando i russi testavano nell’estremo nord della Russia o nell’Oceano Artico le armi più sofisticate e moderne del loro arsenale e gli Stati Uniti cercavano di carpire quanti più segreti possibili da quel tipo di esercitazioni.
Oggi abbiamo assistito al decollo dalla base britannica di Mildenhall di cinque velivoli dell’USAF, tre rifornitori pesanti e due RC 135, uno in versione W, l’altro dedicato al tracciamento dei radionuclidi dispersi in atmosfera (WC-135C)
La formazione dopo il decollo si è diretta a nord verso il circolo polare artico avvicinandosi alla Scandinavia. Gli aerei non sono più stati tracciabili con i sistemi “Open” ma la loro rotta ricorda molto quella di analoghe missioni degli anni 60/70 atte ad esplorare quella zona di Oceano Artico e Mare di Barents definita come “il Bastione”. La presenza dei tre rifornitori è indispensabile per garantire la necessaria autonomia ai due velivoli da ricognizione.
Il Bastione è l’area dove le forze sottomarine russe si ritengono al sicuro e protette da un eventuale azione ASW (anti sommergibile) delle forze NATO. Il Bastione si estende a Nord ed ad Est della Penisola di Kola fino all’area di Novaja Zemlya e al Mare di Kara, è l’area più sensibile, anzi vitale, per le forze armate russe e per la componente sottomarina delle forze strategiche nucleari. La missione degli RC 135 americani, ed in particolare dell’RC135 dotato di apparti per la rilevazione di radioisotopi, arriva dopo che a metà gennaio è stata registrata in Europa la presenza di tracce anomale di I131 (iodio 131) un isotopo generato dal decadimento di Uranio e Plutonio, in concentrazioni comunque non pericolose per la salute.
La missione degli RC 135 sembra essere collegata al rilevamento di questo radioisotopo, ma oggi non siamo in grado di affermare se l’USAF stia realmente cercando tracce di radiazioni all’interno del “Bastione” russo oppure se la missioni ha altre finalità e il riscontro dello I131 è solo un buon espediente per una missione condotta nei centri geografici vitali della componente sottomarina strategica russa.
Photo Credit USAF