Stati Uniti e Turchia, dopo tre anni, hanno raggiunto un accordo per consentire l’utilizzo della base NATO su suolo turco di Incirlik per azioni degli Stati Uniti in Siria ed Irak. Gli Stati Uniti hanno chiesto ripetutamente ai turchi l’utilizzo di Incirlik, ma il governo di Ankara non ha mai acconsentito a tale utilizzo senza avere in cambio alcune contropartite, che sembrano essere giunte in queste ore. La prima contropartita chiesta ed ottenuta dai turchi sembra essere l’autorizzazione a colpire con raid aerei installazioni curde nel nord dell’Irak. I Curdi, la minoranza senza patria che abita nei territori di Irak, Iran, Siria e Turchia, sono stati l’unico argine laico all’avanzata dello stato islamico in Irak e nel nord della Siria, ma i loro successi e la loro aumentata popolarità hanno determinato, attorno alle loro formazioni politiche in Turchia, l’aggregamento di molte opposizioni minoritarie della Turchia, consentendo ai curdi di essere oggi presenti nel parlamento turco. I curdi inoltre, nelle ultime elezioni turche hanno votato in maniera massiccia, anche grazie alla tregua firmata tra gli stessi curdi e il governo del primo ministro Davutoglu. La presenza curda in parlamento ha impedito al partito del presidente Erdogan di ottenere la maggioranza assoluta dei seggi in parlamento e bloccato le riforme costituzionali immaginate dal partito islamico oggi al potere ad Ankara. Da quel giorno, dal giorno delle elezioni è iniziato un duro confronto con i curdi, fatto di mancati aiuti agli stessi curdi nella lotta contro IS e culminato ieri notte con l’attacco aereo contro almeno 5 campi di addestramento del PKK (il partito comunista curdo, la formazione maggiormente ostile alla Turchia). Gli attacchi aerei, oltre che a fiaccare il morale dei curdi, a nostro avviso hanno come scopo quello di far saltare la tregua interna alla Turchia tra curdi e governo di Ankara, fatto che potrebbe avere come ultimo scopo la messa al bando delle formazioni politiche curde incluse quelle oggi presenti nel parlamento di Ankara.
Non vi facciamo la cronaca dei raid aerei turchi di ieri notte, la trovate ovunque, ben più interessanti invece le conseguenze a medio termine dei raid contro i curdi e cioè una ripresa della lotta armata curda dentro i confini turchi, la repressione militare di Ankara ma ancora di più la possibile messa al bando dei partiti curdi rappresentati nel parlamento turco fatto che aprirebbe la strada alle riforme islamiste immaginate e pianificate dal presidente Erdogan e dal suo partito.
Addendum
La maggioranza assoluta del parlamento turco è 275 seggi, AKP il partito di Erdogan ne ha 258, i curdi 80. Se il partito curdo fosse messo fuori legge i sui 80 seggi andrebbero ripartiti per 3 partiti oltre la soglia di sbarramento. Il partito AKP arriverebbe a 286 seggi, oltre la maggioranza assoluta.
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