Woody Island è un nome che dovremo ricordare, questa piccola isola nel Mar Cinese Meridionale sta assumendo giorno dopo giorno una importanza geostrategica sempre maggiore. L’isola, che fa parte dell’arcipelago delle Paracel, è occupata dalla Repubblica Popolare Cinese dal 1950 ed era abitata quasi esclusivamente da un piccolo gruppo di pescatori con le loro famiglie.
Negli ultimi anni la Cina sta cercando di affermare la sua sovranità sull’intero arcipelago delle Paracel e sulla totalità del Mar Cinese Meridionale, in questa ottica Pechino sta costruendo isole artificiali su atolli dello stesso Mar Cinese meridionale e su du essi sta in questi mesi costruendo infrastrutture militari come aeroporti, porti e caserme.
Questo rafforzamento militare cinese del Mar Cinese Meridionale è ancora più evidente su Woody Island dove nelle ultime settimane sono stati trasferiti sistemi d’arma in grado di estendere il controllo militare delle Cina per decine di miglia intorno a Woody Island. Parliamo di sistemi antiaerei a lungo raggio paragonabili all’S300 russo e e uno squadrone di caccia J10 e J11 che sembrano essere stati trasferiti sull’isola in maniera stabile.
La decisione cinese di schierare su Woody Island questi sistemi d’arma e le truppe necessarie al loro funzionamento è a nostro avviso da mettere in relazione con l’aumentata attività di pattuglia della marina americana nel Mar Cinese Meridionale e propedeutica ad una futura dichiarazione di sovranità esclusiva cinese riguardo l’area di spazio aereo e marittimo entro le 12 miglia dalle nuove isole artificiali create dai cinesi in questi mesi.
Woody Island va quindi considerata come il fulcro di un sistema A2/D2 (Anti Access/Area Denial) che i cinesi stanno cercando di approntare per impedire l’accesso al Mar Cinese Meridionale da parte della flotta americana.
La dottrina dell’ A2/D2 prevede che venga impedito l’accesso a forze ostili all’interno di un determinato perimetro. Impedire l’accesso alle forze ostili implica impedire l’accesso anche ai loro sistemi d’arma di attacco come i missili (balistici e da crociera) e non solo alle unità maggiori.
La Cina oggi non è ancora in grado di impedire l’accesso alla flora americana al Mar Cinese Meridionale, tuttavia Pechino sta facendo passi da gigante in questa direzione e gli arcipelaghi militarizzati, insieme ai nuovi missili balistici studiati appositamente per colpire le porterei nemiche, le portaerei e i nuovi caccia da superiorità aerea sono tutti elementi che sono funzionali a questo obiettivo geopolitica cinese e cioè l’acceso esclusivo al Mari Cinese Meridionale e alle sue immense risorse ittiche e minerarie.