Abbiamo ricevuto diverse testimonianze dirette della guerra in Ucraina. Oggi vi riportiamo il diario di un ucraino che ci fa comprendere il punto di vista di coloro i quali sono fedeli a Kiev, nei prossimi giorni verrà pubblicato un analogo diario della parte filorussa. L’autore che si è firmato rimarrà nell’anonimato per questioni di sicurezza
La guerra è arrivata a Donetsk impercettibilmente e silenziosamente, come un ladro o un assassino. E’ stata ben mascherata e ben preparata. Mentre tutta l’Ucraina, perplessa, stava tentando di comprendere cosa era accaduto in Crimea, mentre ancora non si era dimenticata la carneficina di Maidan, mentre il colonnello Mamchur arrivava con una bandiera sull’auto a Belbek, qui, nel Donbass, accadeva qualcosa di strano. La gente non capiva da quale lato stare nel conflitto tentacolare che improvvisamente cessava di essere una rivolta contro Yanukovich e si trasformava in qualcosa di più pesante. Adesso, all’inizio di settembre, l’Ucraina ha in corso una guerra su vasta scala con la Russia, sebbene quasi nessun altro paese usi il termine “guerra” nei propri report ufficiali. Kiev si ostina a chiamare ciò che succede “ATO” (operazioni anti-terrorismo), Mosca si ostina a mentire al mondo, negando che le sue truppe siano presenti in territorio ucraino. Nel frattempo gli scontri diventano sempre più violenti, le vittime si contano a centinaia, se non a migliaia, in entrambi gli schieramenti e Mosca ha iniziato ad impiegare apertamente l’aviazione.
Adesso, lo shock di febbraio è passato, la stragrande maggioranza della popolazione ucraina percepisce le azioni della Russia non altrimenti che come un’infida pugnalata alla schiena. Un attacco da un popolo che molti percepivano letteralmente come un amico, se non come un fratello. Perché tutto questo? Non abbiamo forse permesso ai russi di essere in Crimea? Lì, per anni, non è rimasta la loro flotta? Adesso tutto ha iniziato ad andare meglio?
I PARADOSSI DELLA GUERRA
Non volevo addentrarmi in questioni politiche o militari, ma sembra non sia possibile ignorare questi argomenti. Per comprendere la follia di tutto quello che è accaduto, immaginate che gli USA invadano il Canada per proteggere i diritti del popolo anglofono, oppressi dai canadesi, e poi mandino i carri armati in Alaska per creare un corridoio per i trasporti.
La Russia ha preso la Crimea perché vi potessero vivere normalmente i russi e ora la regione giace sull’orlo del collasso economico, come l’economia della stessa Russia.
Il popolo russofono del Donbass si è salvato dagli scontri armati nell’“odiata” Leopoli con il loro terribile “Settore Destro”. La Russia ha invaso l’Ucraina e i soldati Ucraini feriti vengono inviati in Germania per le cure, qualcosa che i veterani della Guerra Mondiale non potevano nemmeno immaginare. Quando nel 1941 i tedeschi intrappolarono gruppi di truppe sovietiche in Crimea, l’URSS dovette abbandonare la penisola a causa dell’impossibilità di garantire i rifornimenti. Putin ha fatto tutto con precisione, per autodifesa ha inviato le truppe e, adesso che la Crimea è isolata, prova ad assicurare un collegamento attraverso Mariupol, al fine di garantire i rifornimenti ai soldati prima della comparsa della stagione delle tempeste autunnali nello stretto di Kerch. Presumibilmente non ci sono truppe russe nel Donbass, bensì “uomini verdi” che alloggiano nelle stanze degli alloggi occupati e appendono bandiere della Russia. I paracadutisti di Pskov si perdono continuamente e capitano costantemente nel territorio di uno stato straniero. Probabilmente sono stati male istruiti all’uso di mappe geografiche o non hanno sentito le indicazioni del navigatore satellitare.
A Kiev ci sono centri commerciali affollati, concerti e fuochi d’artificio, la capitale vive la sua vita. Nel Donbass ci sono migliaia di banditi armati, autoblindo e pure fuochi d’artificio. Ma speciali. L’esercito ucraino manca di carri armati e autoblindo, ma nei magazzini ce ne sono molte centinaia. I piloti ucraini si orientano su mappe degli anni 50 (sic!) e i nuovi sistemi GPS vengono comprati da gente che lancia appelli su internet (e così si raccolgono fondi per tutto, dal cibo alle bende, dai medicinali ai giubbotti antiproiettile e ai blindati e ai carri armati). L’elenco delle assurdità può andare avanti…
I BOMBARDAMENTI
E’ difficile scrivere di ciò che accade al fronte senza ricadere continuamente nella politica e senza dare giudizi sull’operato dell’esercito, ma ci proverò. Adesso sono le sei del mattino del tre settembre a Donetsk, sono stato svegliato come al solito alle 4:30 dalla “suoneria della sveglia”, dopo una salva di grad, che proviene dalla finestra. Questi sono i separatisi che bombardano l’aeroporto a nord o le posizioni dell’esercito ucraino alla periferia. Comunque è più probabile che siano al lavoro i mortai da 120 mm.
Le salve di artiglieria, grad e mortai, sono diventate da tempo comuni e nessuno ci presta quasi più attenzione, vengono percepite come anomalie del meteo. I bambini giocano tranquillamente a calcio, gli adulti frequentano i negozi o vanno a lavorare. La gente del mio quartiere è stata fortunata poiché durante tutta la guerra i razzi quasi mai sono arrivati, ma solo partiti. E dove questi sono caduti la situazione è, ovviamente, peggiore. In tutta la città sono stati danneggiati decine di edifici ed è bruciata la stazione ferroviaria. Si dice che in periferia interi villaggi siano stati distrutti. In effetti un altro breve bombardamento è cominciato proprio ora… Da tre mesi a Donetsk vedo molte cose. Il cielo in fiamme, le bombe a grappolo e le munizioni illuminanti (molto bello e molto pericoloso), funghi simili a quelli nucleari (questo succede quando sono colpiti i depositi di munizioni e tutto esplode), sono caduti missili tattici, ci sono stati attacchi aerei sull’aeroporto (allora era occupato dai miliziani e i russi non avevano portato MANPADS e non avevano creato installazioni antiaeree), e, ovviamente, tank e BMP nelle strade del centro. Chi spara? Separatisti e esercito “trattano” la città insieme, ma nella maggior parte dei casi le cosiddette milizie aprono il fuoco sulle zone residenziali. E consapevolmente, per le immagini della televisione russa. Questa caratteristica è stata notata da molti. Prima appare la televisione russa (canale “life-news”), poi nelle vicinanze inizia il bombardamento. Qualche giorno fa è stato colpito un edificio nelle vicinanze di una scuola. Sono sicuro che i russi hanno parlato di “barbarie della giunta di Kiev”, viene detto soltanto da giornalisti improvvisati che nella scuola si era installata una guarnigione di “milizie” e la scuola era stata trasformata in una caserma e in una sede di tali “milizie”.
La situazione più pericolosa sussiste in questo momento nel nord di Donetsk. Là molti morti a causa di razzi accidentali (o non accidentali), diretti verso l’aeroporto. Nelle ultime settimane è difficile l’accesso al quartiere “Kiev” di Donetsk a causa di combattimenti attivi.
LA CITTÀ E I CITTADINI
La gente prova a vivere come se nulla accadesse. Dato che Donetsk è molto grande a molti riesce bene. Fino a quando non arriva il proprio turno. Adesso di circa un milione ne sono rimasti la metà. La gente comincia a tornare, ma non perché vede la fine della guerra vicina. Semplicemente, quando sono scappati in aprile o maggio speravano che il conflitto finisse per l’autunno, ora raccolgono le cose per l’inverno e scappano ancora. Le scuole non funzionano e non soltanto a Donetsk, ma in tutto il Donbass. Secondo i dati ufficiali non hanno aperto almeno 900 istituti. In diversi quartieri periodicamente cessa l’erogazione di acqua,luce e comunicazioni ma il ripristino avviene in tempi relativamente brevi. I servizi comunali e i trasporti funzionano quasi senza intoppi. Ogni tanto, ovviamente, ci sono dei problemi se cade una granata da qualche parte. Ma da noi non è così male come a Lugansk o Shastya, dove bombarda l’aviazione russa.
Forse è perché Donetsk è molto importante per i russi, per ragioni politiche, che la città fu catturata a marzo da un distaccamento di forze speciali e una folla di esaltati dotati di armi automatiche.
Allora le tv russe affermarono che “tutta Donetsk” supportava la repubblica popolare. In effetti, ovviamente, nulla di ciò era reale! Nella centrale piazza Lenin si radunarono da 2000 a 2500 persone con la bandiera russa, la maggior parte delle quali non erano locali, ma provenivano dal vicino Oblast di Rostov in Russia.
E quando sul viale Lenin si radunò una colonna di persone con la bandiera ucraina, i russi misero in atto una sanguinosa repressione, uccidendo alcune persone. In effetti proprio vicino al monumento a Lenin c’è un McDonald. Molto simbolico, vero?
La prima cosa che fecero i sostenitori di Putin e della “Nuova Russia” fu prendere il controllo della stazione televisiva e bloccare completamente le trasmissioni dei canali ucraini. E le menzogne e la propaganda che vengono diffuse dai media russi sono semplicemente terribili. Come “il ragazzo che è stato crocifisso a Slaviansk”. Non guardo la tv, per fortuna esiste internet. Ma molti la guardano, i veterani, gli emarginati, gli ingenui, quelli che credono a tutto e non vogliono pensare….
Il fallimento principale dell’ FSB in tutta la sua avventura a Donetsk è stata puntare sui minatori. Putin è ben lontano da essere il genio che vuole far credere. Credetemi, se i minatori avessero sostenuto la creazione della “Nuova Russia” i tank russi sarebbero già da tempo a Kiev e forse anche a Leopoli. I minatori ucraini capiscono perfettamente che rimarrebbero senza lavoro, se anche l’Oblast di Donetsk si annettesse alla Russia, dove è pieno di carbone e minatori. Alcune miniere sono state bombardate, il carbone praticamente non si estrae più e questo significa che non c’è combustibile per le centrali termoelettriche. Anche quelli che all’inizio gridavano “per la Russia!” cominciano a capire che tutta la storia della “Nuova Russia” è un enorme inganno di Putin, che si tradurrà in un grosso guaio. Hanno cominciato a capire, ma è troppo tardi per cambiare le cose. Il nemico è qui. Nemico che è arrivato sulle spalle degli stolti che credevano, come al solito, che il russo fosse un “buon re”
LA POLIZIA
Ha tradito. Quasi tutti, senza eccezioni. Il 99%. Posso giustificare solo coloro i quali ora sono al fronte. La polizia a Donetsk, fin dal primissimo giorno, quando tutto ebbe inizio, passò, semplicemente e volontariamente, sotto il controllo degli ufficiali dell’FSB. I russi promisero uno stipendio di 2000 dollari USA. Mentirono apertamente, ma loro ci credettero. All’inizio pagarono tali stipendi, ma poi non più. I poliziotti ora hanno paura di andare al lavoro dopo che tre di loro sono stati colpiti dai partigiani o dagli spetnaz. Lo ripeto, la polizia ucraina nel Donbass ha tradito il suo paese e il suo popolo. Ci sono eccezioni, ma sono poche.
I SEPARATISTI
Separatisti, milizie…. Scusate, ma devo modificare significativamente la definizione. Così essi si qualificano. Per me e per la maggioranza degli ucraini sono banditi. Come definire un uomo che va per strada con le armi e prende ciò che gli piace e in caso di resistenza spara? Su ciò che accade nello scantinato dell’SBU si narrano strane leggende, che spesso trovano conferma. Ecco un esempio. Ieri mattina sono stato avvicinato da due visitatori di Shaktar, un piccolo paese vicino a Donetsk. Volevano sapere dove fosse la sede di “Oplot” (è uno dei reparti della cosiddetta DNR, che sarebbe stato finanziato da un noto politico filo-russo). Alla domanda sul perché fossero diretti lì, hanno risposto che un loro parente era stato arrestato a maggio ed era ancora in attesa di giudizio (sic!). Riflettete su queste parole. Banditi hanno usurpato la funzione della giustizia. Ed è improbabile che essi siano guidati dalla legislazione ucraina!
Gli occupanti russi in Crimea si definiscono “persone gentili”. Alcuni miei amici della Crimea dicono che sono ossessionati da tale definizione. Ma bisogna ammettere che nella maggior parte dei casi i banditi si comportano gentilmente. Non sono scortesi, danno la precedenza ai pedoni, quando guidano un carro armato, attraverso le strade principali, tentano di fermarsi al semaforo. Ma nella maggior parte dei casi sono ridicoli, sembrano dei clown. Immaginate che nelle strade centrali di Roma, Parigi o Berlino ci sia una jeep con una mitragliatrice, come quelle che si possono vedere nei film. Lo avete fatto? Così è adesso a Donetsk.
Ridicolo, divertente, pericoloso, disgustoso. Disgustoso, perché nonostante tutta questa farsa non posso dimenticare la donna che hanno legato a un palo e che hanno umiliato (e poi torturato nello stesso edificio SBU) solo per il fatto che lei amasse l’Ucraina, ma non la loro “bastarda” DNR. Non posso dimenticare la “sfilata” dei prigionieri, in cui Lavrov ha affermato di non vedere nulla di umiliante
Devo fare una pausa, poiché altrimenti tale racconto non verrà pubblicato da nessuno. Adesso posso concentrarmi sulla frasi che non saranno mai pubblicate da nessun redattore…
La cortesia si manifesta in ogni cosa. Gli “uomini verdi” ogni tanto si servono dei trasporti pubblici e in tal caso pregano i passeggeri di non entrare, per non togliere per sbaglio l’anello di sicurezza a una granata. No, non è uno scherzo. Alcune pesanti granate vengono considerate come un ornamento della Papuasia. I paracadutisti russi preferiscono andare senza armi e generalmente si comportano come se fossero in una breve vacanza.
Le milizie amano molto mettere i lampeggiatori sulle auto. Si sono appropriati di tutte la auto della polizia, delle macchine dei servizi speciali e adesso guidano assicurandosi che ci sia l’illuminazione. Se non hanno la fortuna di trovare la “più bella auto” e ne trovano una su cui l’illuminazione non funziona, qualcosa è andato storto. Ecco questi, “con le luci”, di solito non rispettano le regole e vanno per strada a loro piacimento. I pochi fortunati cittadini che hanno conservato le proprie auto, ora sono costretti per strada a giocare a un interessante gioco, “indovina dove svolterà lo stupido che sta arrivando”. Un paio di volte le forze speciali ucraine di notte hanno colpito le macchini “con le luci”, ma le milizie hanno istinto di sopravvivenza e così hanno continuato. Probabilmente i banditi non resistono alla tentazione di sedere alla guida di una macchina della polizia piuttosto che essere seduti nel sedile posteriore con le manette.
Infine, avrei voluto scrivere di Putin ma la censura non avrebbe approvato 10 pagine di imprecazioni.
Questo è tutto. Si potrebbe raccontare molto di come il Donbass si rapporta a Maidan, di come i paesi occidentali ci aiutano (molte grazie signor Hollande, molte grazie per le Mistral), di come questa guerra influenzerà non solo il nostro paese, ma non c’è tempo. Domani tenteremo di scappare da qui. Butteremo tutto. Forse un giorno ritorneremo.