Per la rubrica Voce dei Lettori riceviamo e pubblichiamo un interessante post di Andrea Rossi, sulla vicenda Tecnowind
Il 15 febbraio 2018 si è conclusa drammaticamente la vicenda della Tecnowind, azienda di piani cottura e cappe da cucina di Fabriano. 247 sono i dipendenti (senza considerare l’indotto) colpiti da questo fallimento decretato dal tribunale di Ancona. Tale vicenda ha visto scendere in campo una mobilitazione dei lavoratori e dei sindacati richiamando la doverosa attenzione del Ministro dello Sviluppo Economico Calenda. Ogni tentativo di trovare una soluzione si è dimostrato vano. Una goccia che cade in un vaso già traboccato. Fabriano, cittadina dell’entroterra marchigiano, compare nei libri di storia economica a partire dal Medio Evo come polo internazionale di produzione della carta. Negli anni del “boom” economico la città si è vista arricchita di importanti marchi dell’elettrodomestico leader nel mondo. Basta pensare a Indesit, Ardo, Ariston Thermo, Elica, Faber ecc. dando decine di migliaia di posti di lavoro. Stiamo assistendo a una crisi senza pari che in poco più di un decennio sta cancellando secoli di storia industriale di Fabriano. Il primo grande colpo fu il fallimento della Ardo che lasciò a casa circa 6000 persone, la Indesit nel 2014 viene venduta al colosso americano Whirlpool la cui presenza sul territorio italiano appare incerta (vedi Embraco). Fabriano Carta già gruppo Fedrigoni è stata rivenduta a un fondo di investimento statunitense il 23/12/2017. Le banche del luogo CARIFAC (poi Veneto Banca) e Banca delle Marche hanno partecipato per 60 anni alla crescita del territorio salvo poi essere liquidate e definitivamente vendute ad altri gruppi creando perdite per i correntisti e investitori a seguito delle varie crisi bancarie. In tutto ciò il sisma dello scorso anno ha lasciato senza casa circa 800 persone facendo da triste sfondo a una situazione molto pesante. Speriamo in un cambiamento che possa garantire quanto meno una prospettiva ai giovani come me, ma soprattutto alle tante famiglie che vivono in gravi difficoltà. Non di meno la possibilità di investimento e crescita per le imprese come Elica, Ariston Thermo e Airforce che sono rimaste.
Di Andrea Rossi