Secondo il nostro punto di vista oggi è formalmente iniziata la dittatura di Nicolas Maduro. Tanti gesti, e procedimenti legislativi , hanno fatto sì che molti analisti già parlassero della fine della democrazia venezuelana. Non avevamo però ancora assistito ad un atto formale completamente al di fuori dei poteri riservati alle varie istituzioni repubblicane: oggi siamo stati testimoni di questo atto.
L’assemblea costituente ha decretato la decadenza del procuratore generale di Caracas, una deliberazione che è al di fuori dei poteri di un consesso e che nasce con il compito di riformare la costituzione. Il procuratore generale ha espresso pronfondi dubbi sulla legittimità delle elezioni dell’assemblea prima dell’insediamento della stessa. Il presidente ha quindi ignorato il potere giudiziario ed ha sostituito (fisicamente) il parlamento regolarmente eletto, che vedeva una maggioranza non nella mani del presidente Maduro.
Dopo la decisione dell’assemblea costituente (i cui componenti sono per la stragrande maggioranza espressione diretta del presidente) la Guardia Nazionale del Venezuela ha isolato gli uffici del Procuratore Generale Diaz, impedendo al procuratore di entrare.
Le dittature si insinuano nei gangli vitali dei paesi per poi emergere grazie ad un atto clamoroso. In Italia negli anni venti furono il rapimento e l’omicidio di Matteotti, in Germania l’incendio del Reichstag e la notte dei lunghi coltelli, in Venezuela oggi é la deposizione del Procuratore Generale.
Maduro ha scelto di diventare un dittatore, presto se ne renderanno conto anche colori i quali che oggi lo definiscono un presiedente illuminato.
Questi anni sono caratterizzati dalla degenerazione di molte democrazie: la Turchia e il Venezuela ne sono gli esempi più clamorosi e che più ci faranno discutere e scrivere nei prossimi mesi.