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Venezuela: conto alla rovescia

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Sabato 23 febbraio, una data da segnare in rosso sul calendario del 2019. Il 23 infatti è la data indicata dal presidente proclamato dall’assemblea nazionale venezuelana Guaidò per l’entrata nel paese degli aiuti umanitari internazionali ora ammassati in Colombia e Brasile. Nessuno al momento, né il presidente Guaidò, né fonti americane, né fonti ufficiose hanno chiarito come sarà permesso agli aiuti umanitari di entrare in Venezuela.
L’opposizione a Maduro potrebbe far sì che centinaia di emigrati venezuelani ora presenti in Colombia rientrino in Patria portando con sé un kit di aiuti. In questo modo non sarebbe una forza straniera a portare in Venezuela gli aiuti umanitari, ma sarebbero cittadini del Venezuela che si farebbero carico di veicolare cibo e medicine verso Caracas. Questa modalità tuttavia sarebbe solamente di tipo simbolico e non sarebbe in grado di cambiare concretamente la qualità di vita degli abitanti del Venezuela, ma sarebbe la più prudente al fine di evitare scontri tra esercito e chi fosse incaricato di portare ingenti quantità di aiuti da Brasile e Colombia. Ma non vi è certezza riguardo al fatto che le forze armate venezuelane fedeli a Maduro permettano il transito anche di “aiuti umanitari individuali”, che potrebbero essere sequestrati scatenando così scontri al confine.
Un’altra possibilità per l’ingresso degli aiuti umanitari è rappresentata dall’approdo in un porto del Venezuela di una nave con a bordo medicine e generi di prima necessità inviati dagli Stati Uniti dopo uno scalo intermedio in uno degli stati caraibici che sono prossimi al Venezuela.
L’arrivo degli aiuti umanitari sarebbe un grave colpo per il regime di Maduro e l’apparato di governo sta cercando in ogni modo di prevenirne l’ingresso sbarrando il ponte che unisce Colombia e Venezuela, rinforzando le guarnigioni di confine, ordinando la chiusura di parti dello spazio aereo e chiudendo alcuni porti a tutte le unità navali straniere.
Un’altra domanda alla vigilia di questo sabato cruciale per il Venezuela è: chi comanda a Caracas? Siamo sicuri che il potere sia nelle mani di Maduro? Un nome da segnare con l’evidenziatore è Remigio Ceballos Ichaso, comandante strategico operativo delle forze armate bolivariane. Questo militare ha una storia professionale molto interessante: comandante dei Marines del Venezuela, responsabile dell’intelligence militare venezuelana presso il secondo comando della milizia, si è addestrato per un periodo a Fort Bragg ed era uno dei principali aiutanti sul campo di Chavez.
Remigio Ceballos Ichaso è probabilmente l’uomo con maggiore potere oggi a Caracas, probabilmente superiore a quello del presidente Maduro, arrivare a Remigio Ceballos Ichaso significa arrivare al vero ganglio vitale del potere militare dell’esecutivo che formalmente risponde a Maduro. Qualunque tentativo di prendere il potere a Caracas che dimenticasse il ruolo fondamentale di questo militare è probabilmente destinato a fallire. Sabato saremo in diretta continua per raccontare l’evoluzione della situazione in Venezuela.