Lo sappiamo, questo titolo è pesante, e se come speriamo si troverà una soluzione che salvi l’onore e gli interessi sia di Putin sia di Obama, potremo essere tacciati di “allarmismo”. Ma oggi questo non è allarmismo, ma un allarme vero e proprio: Stati Uniti e Russia rischiano un conflitto aperto in terra di Siria.
Il nord della Siria è oggi un’area nella quale convivono, non solo interessi opposti di Mosca e Washington, ma dove convivono aeri da combattimento e sistemi di difesa aerea delle due superpotenze nucleari mondiali.
Nei primi due giorni di raid aerei, i caccia di Mosca hanno colpito qualunque formazione non organica al governo siriano in grado di minacciare aree strategiche e unità militari fedeli ad Al Assad, inclusi i ribelli finanziati ed addestrati dagli Stati Uniti.
Mosca ha annunciato che i raid si intensificheranno nelle prossime ore e nei prossimi giorni, e il ministro degli esteri Lavrov ha confermato che la Russia non agirà solamente contro lo Stato Islamico ma anche contro tutta la rete del “terrorismo” (questa la definizione di Lavrov) che opera in Siria, non ritenendo però il Free Syrian Army una formazione terrorista.
La novità è che gli Stati Uniti potrebbero presto annunciare la creazione di una bolla aerea difensiva nei confronti dei ribelli fedeli agli Stati Uniti. Una bolla difensiva che potrebbe comprendere due livelli di protezione. Il primo livello, ed è una possibilità già ampiamente discussa al Pentagono e per la quale dovrebbero già esistere i necessari protocolli operativi, sarebbe quella di attaccare con droni, e quando ciò non dovesse essere sufficiente con aerei “classici”, le formazioni militari fedeli ad Al Assad che dovessero ingaggiare sul terreno i ribelli anti Al Assad. In questo caso non verrebbero colpiti direttamente assetti riconducibili alla Russia scongiurando uno scontro diretto tra Federazione Russa e Stati Uniti d’America. Anche questo scenario però potrebbe essere oggetto di una escalation nel caso sistemi di difesa aerea a lungo raggio della Siria dovessero cercare di abbattere gli aerei americani.
Il secondo livello di supporto ai ribelli anti Al Assad potrebbe contemplare l’ingaggio dei cacciabombardieri russi che dovessero effettuare Raid contro i ribelli pro Usa. Questo scenario è quello in assoluto più pericoloso perché metterebbe direttamente in conflitto Stati Uniti e Russia. Purtroppo questa eventualità è sempre più concreta dopo la notizia del trasferimento di aerei F-22 dalle basi su suolo americano all’area di competenza del CENTCOM americano, che comprende il Medio Oriente, inclusa la Siria.
Il Pentagono in questi minuti ha confermato che si sta valutando la possibilità di offrire “protezione” ai ribelli Siriani, senza però elaborare oltre su che tipo di protezione potrebbe essere fornita.
Poche ore fa Francia e Turchia sono tornati a chiedere la creazione di una “Safe Zone” nel nord della Siria cjhe possa includere una No Fly Zone.
Siamo fermamente convinti che la Russia reagirà con tutto il potenziale a sua disposizione nel caso di azioni americane non coordinate nei cieli della Siria che dovessero mettere in pericolo gli uomini della Russia e gli interessi del Cremlino in Medio Oriente. La posizione della Russia si può riassumere con la frase con la quale Lavrov ha chiuso la conferenza stampa di ieri :“Damasco ha chiesto aiuto alla Russia, non agli Stati Uniti…..”