Si tiene a Varsavia in questi giorni uno storico vertice della Nato, un vertice che ha al centro della discussione i rapporti con la Russia, i rapporti politici, i rapporti diplomatici ma soprattutto i rapporti militari in Europa orientale; una regione che vive oggi in un crescendo di tensione, una nuova stagione del confronto tra gli Stati Uniti e la Russia, una stagione che vede nuovamente sorgere due blocchi contrapposti che si sfidano fisicamente in Europa.
Questa visione di blocchi contrapposti è l’antitesi del nostro sogno, e della nostra speranza di un’Europa che non debba più vivere l’incubo della guerra, o la paura della stessa. Purtroppo è proprio la visione dei B locchi contrapposti che sta alimentando sia la paura della guerra sia una nuova, seppur ancora limitata, corsa agli armamenti tra Nato e Russia.
A Varsavia in questi giorni si confronteranno due visioni del futuro: da una parte la visione dei paesi che furono sottoposti occupazione dell’Unione Sovietica, e che oggi a volte razionalmente, a volte meno, temono nuovamente di perdere la propria libertà, paesi come le repubbliche baltiche e la Polonia supportate nella loro visione di antitesi alla Russia dall’attuale amministrazione americana. Dall’altra parte paesi, come ad esempio Germania, Francia, Italia e Spagna che cercano di far passare una visione differente dei rapporti tra la Nato e Russia, una visione che comprende più collaborazione e meno contrapposizione.
Ma noi oggi vorremmo andare oltre i timidi segnali mandati alla Russia, e al nostro alleato americano, da parte di quei governi che sperano di non tornare a uno stato di guerra imminente e incombente con la Russia in Europa.
Il nostro probabilmente è un sogno, forse addirittura un’utopia, ma nonostante ciò desideriamo condividerlo con voi.
Noi immaginiamo, probabilmente sognamo, un’evoluzione della Nato, un’evoluzione dell’alleanza politica militare che ha garantito la pace dalla fine della seconda guerra mondiale, il cui scopo deve essere quello di continuare a garantire la pace. Ma la pace oggi non è compatibile con la visione dei blocchi contrapposti, i quali sono ormai disposti a non fare affidamento soltanto sulla deterrenza militare (anche nucleare), ma tentano sempre più spesso di saggiare, nei fatti, la volontà e la determinatezza dell’avversario agendo direttamente sui campi di battaglia, siano essi dell’economia, della politica o del confronto militare. Per questo motivo se all’interno dell’Alleanza Atlantica vincesse la fazione che spera nella creazione di due nuovi blocchi granitici, in antitesi tra loro, con grande probabilità potremmo assistere in futuro a nuovi conflitti all’interno di confini della nostra Europa.
La via per evitare questi conflitti, garantendo pace e prosperità alle nostra terra, ai nostri popoli, ai nostri paesi è quella di rifondare l’alleanza atlantica cambiandone finalità obiettivi, addirittura il nome stesso di questa nostra alleanza.
Una nuova alleanza deve nascere dalle fertili ceneri di quella che oggi non è più l’alleanza strettamente difensiva che era la NATO, alleanza che ha iniziato ad operare a livello globale come strumento militare del blocco occidentale, anche in chiave offensiva. Questa nuova alleanza dovrebbe comprendere al suo interno sia gli Stati Uniti che la Russia, e darsi come obiettivo il mantenimento della pace in Europa e in tutto l’emisfero settentrionale del globo, focalizzando i propri sforzi nella eradicazione del terrorismo internazionale e delle sue fonti di finanziamento, nella conquista dei suoi santuari intangibili, e al contrasto di quegli Stati che operano nelle aree grigie del diritto internazionale, nonché nella difesa dei principi di libertà e uguaglianza che accomunano la Nato e la
Russia.
Immaginiamo un’unione di paesi indipendenti e sovrani che con la stessa dignità, seppur naturalmente con ruoli differenti, cooperano per garantire pace e sicurezza, riducendo la spesa militare e aumentando quella in ricerca sviluppo, per migliorare costantemente la qualità di vita, non solo dei propri cittadini, ma anche di tutte quella aree del mondo che oggi sono caratterizzate da elevata povertà ed elevata aspirazione all’emigrazione; aree che non potranno essere sostenute nello sviluppo da investimenti stranieri, se Russia ed Occidente inizieranno una nuova escalation delle spese militari.
Abbiamo piena coscienza che spesso prevalgono idee focalizzate sul breve termine, sul potere personale del singolo Stato, tuttavia è solo con una visione sul lungo periodo che sì può garantire al nostro continente pace benessere e prosperità.
La nostra visione del futuro è un luogo dove i popoli e le nazioni cooperino per il comune obiettivo del benessere.
Se a Varsavia dovesse prevalere la visione antitetica al dialogo dovremmo invece prepararci alla nuova stagione di conflitto, questa volta non solo teorico o giocato dalle spie della guerra fredda, combattuto nel cuore dell’Europa.