La Libia, la Libia nel suo complesso, vive una situazione drammatica, divisioni settarie e tribali, una situazione di povertà dilagante che alimenta il reclutamento da parte delle milizie, di ogni milizia. Ogni sforzo diplomatico è fallito, e attori stranieri esercitano oggi in Libia il ruolo di burattinai dei gruppi tribali che si combattono per il controllo delle risorse naturali, delle città e della costa libica e le Nazioni Unite, per la seconda volta, devono sostituire l’inviato speciale incaricato di cercare una mediazione utile tra Tripoli e Tobruk.
Ed è proprio a Tobruk che stiamo assistendo ad un aumento della tensione tra il potere politico, rappresentato dal parlamento della città orientale della Libia e il capo delle forze armate generale Kalifa Haftar, segnali che il nostro gruppo ha seguito da alcuni mesi e che hanno visto il loro culmi pochi giorni fa, quando fonti militari della Libia Orientale hanno accusato l’Italia di aver violato le,acque territoriali libiche, ricevendo come risposta non solo la smentita del governo di Roma ma anche la smentita di importanti rappresentanti politici del parlamento di Tobruk.
Ma cosa è veramente accaduto in quei giorni? Secondo le informazioni da noi raccolte, sempre seguendo fonti Open, unità militari libiche avrebbero intercettato al largo di Bengasi tre piccole imbarcazioni che trasportavano armi verso la costa libica. Non sappiamo chi abbia fornito le armi ai contrabbandieri libici ma possiamo pensare che qualche attore esterno, forse con il tacito accordo di alti rappresentanti politici di Tobruk, abbai voluto rafforzare militarmente le milizie di Bengasi, forse al fine di garantirsi un alleato indipendente nel caso in cui fosse necessario utilizzare la principale base navale libica (Bengasi è la principale base navale della Libia), per operazioni militari, covert o classic, in una Libia avviata alla disgregazione.
In questo quadro di incertezza, di sospetto di interventi di pressione straniera sui politici libici, di timore di nascita di nuove fazioni militarmente indipendenti, i vertici militari della Libia Orientale (ormai usiamo i termini Libia Orientale e Libia Occidentale in quanto ora la Libia di fatto è perlomeno divisa in due parti), potrebbero valutare un colpo di stato per prendere direttamente il controllo della Libia Occidentale.
Sebbene questa possibilità è a nostro avviso valutata, accarezzata, dai militari libici di
Tobruk, essa permane al momento non altamente probabile in quanto un colpo di stato potrebbe determinare l’interruzione dell’appoggio di alcune nazioni occidentali che oggi si trovano, seppur in maniera ambigua, al fianco di Tobruk.
È proprio questa ambiguità dell’occidente che potrebbe far scattare comunque un colpo di stato militare nell’est della Libia anche a costa di perdere quella parte di appoggio dell’incerto occidente; anche perché se colpo di stato sarà, alla diminuzione dell’appoggio occidentale potrebbe coincidere un aumento degli aiuti economici e militari di nazioni chiave per la Libia
Orientale di oggi, parliamo dell’Arabia Saudita, dell’Egitto e per motivi opposti di Stati
Uniti e Federazione Russa.
In questa condizione di incertezza quindi un colpo si stato militare in Libia Orientale potrebbe essere attuato senza ulteriori segnali o avvisaglie più evidenti.
Author Magharebia