Ogni azione nella Geopolitica è sostenuta, giustificata, incoraggiata da scelte strategiche ben definite. Prima dell’intervento militare russo in Crimea il nostro gruppo aveva scritto, in questa stessa sezione di analisi, dell’importanza strategica di Sebastopoli per la strategia a lungo termine del Cremlino. Oggi alla stessa maniera vi racconteremo in poche righe l’importanza strategica dell’Ucraina orientale, di quelle regioni di Donetsk, Kharkov e Luhansk, che potrebbero entrare a far parte della Federazione Russa.
L’Ucraina orinatale possiede risorse minerarie ed energetiche, possiede industrie pesanti e chimiche, ma non è questa, secondo il nostro gruppo, la motivazione primaria che spinge il presidente Putin a valutare l’annessione di queste regioni. La risorsa che Putin desidera maggiormente è il capitale umano di quelle regioni: la loro popolazione.
Se integrate nella Federazione Russa, le regioni orientali dell’Ucraina, oltre alla Crimea già annessa alla Federazione, porterebbero in dote a Mosca circa 11 milioni di abitanti. Le regioni dell’Ucraina orientale sono tra le più popolose di tutta le regione e determinerebbero un incremento degli abitanti della Federazione di circa l’8%, portando la popolazione russa a 154 milioni dagli attuali 143,5 (146 considerando la popolazione della Crimea)
A differenza di molte regioni occidentali, la popolazione dell’Ucraina orientale vanta un miglior rapporto tra giovani ed anziani rispetto alla media della Federazione, non solo per la ripresa della natalità degli ultimi 7/8 anni, ma anche (purtroppo) per il grande incremento della mortalità negli over 60 registrato tra l’inizio degli anni 90 e i primi anni del 2000
Un fattore determinate per Putin visto che la Russia soffre da quasi venti anni di una forte denatalità, successiva alle ultime fasi dell’Unione Sovietica e alla crisi degli anni 90 quando la povertà nella Federazione era un elemento comune. Oggi in tutti i modi il Cremlino di Putin sta cercando di aumentare la natalità in Russia. La carenza di giovani potrebbe mettere a rischio la produzione industriale e l’efficienza delle forze armate. Per questo in Russia sono in atto politiche di aiuti economici alla famiglie e alle lavoratrici che decidono di aumentare il numero di figli.
Ma queste politiche demografiche daranno i loro frutti tra 15/20 anni, cosa fare quindi nel medio periodo?
La soluzione è sotto i nostri occhi, e potrebbe essere quella di annettere alla Federazione Russa aree popolose e con segni di ripresa demografica, proprio le caratteristiche delle regioni orientali dell’Ucraina.
L’espansione del mercato interno, l’iniezione di nuova popolazione di etnia russa e la possibilità di un effetto domino in tutta la regione slava (Bulgaria, Serbia, Moldavia, Ucraina Meridionale) potrebbe compensare in gran parte l’effetto delle sanzioni occidentali che potrebbero essere messe in atto dopo un eventuale colpo di mano russo in Ucraina orientale.
Anche sulla portata e sull’ampiezza di tali sanzioni ci sarebbe poi da discutere, essendo la Russia un mercato fondamentale per la Germania, l’Italia e Francia. Un mercato per le esportazioni di prodotti ad alto valore aggiunto e per l’importazione di gas naturale oggi indispensabile, non tanto per la Francia e forse per l’Italia, quanto per la Germania, nazione che si opporrebbe a sanzioni generalizzate contro l’economia russa, in quanto le medesime sanzioni sarebbero un colpo durissimo per l’economia di Berlino.
L’Italia dispone di forniture algerine e Libiche che potrebbero compensare in larga parte quelle russe, tuttavia, con l’instabilità in Libia e l’Algeria a fare la parte del monopolista, i costi del nostro gas potrebbero nella migliore delle ipotesi aumentare sensibilmente.
In questo quadro geopolitico, un’azione di forza di Mosca nei confronti dell’Ucraina orinatale rimane quindi più che possibile e se dovessero iniziare scontri cruenti con vittime russofone, l’azione di Mosca sarebbe immediata.