Da tre settimane le fazioni nazionaliste dell’arco politico ucraino occidentale chiedono con insistenza le dimissioni del ministro degli interni Avakov. Le motivazioni addotte da questa parte politica sono che Avakov non avrebbe ordinato la necessaria “fermezza” contro gli indipendentisti dell’est Ucraina e, cosa non secondaria, avrebbe più volte blandamente tentato di disarmare le milizie occidentali legate ai medesimi settori politici.
Apparentemente i nazionalisti ucraini sarebbero riusciti quantomeno ad esautorare il ministro degli interni dalla catena di comando per le operazioni militari contro gli indipendentisti.
Avakov aveva perfettamente capito che in caso di una escalation della violenza le truppe russe sarebbero intervenute su suolo ucraino, dietro il paravento della missione di Peacekeeping. Avakov non ha voluto quindi varcare il confine, invisibile ma presente, che avrebbe determinato l’intervento russo. Questo atteggiamento ha però determinato l’allargamento del movimento indipendentista ed il coinvolgimento di regioni fino a quel momento solo sfiorate dalle manifestazioni e dalle occupazioni degli edifici pubblici.
A Kiev oggi, a nostro avviso, il presidente Turchinov e i settori più nazionalisti del governo di Kiev, vogliono tentare il tutto per tutto sperando che le minacce russe si rivelino alla fine un grande Bluff.
In questa ottica noi spieghiamo le recenti dichiarazioni dello stesso Turchinov, che parlano di “possibile invasione russa” e di forze armate poste in stato di “pronti al combattimento”.
Se questa nostra ipotesi si rivelerà essere la realtà è ragionevole attendersi nelle prossime ore, o nei prossimi giorni, un’offensiva su larga scala nelle città dell’Ucraina orientale gestita non dalle forze armate, ma da elementi delle milizie nazionaliste con il supporto di mezzi ed armi della Guardia Nazionale Ucraina, mentre le forze armate dovrebbero concentrarsi sulla linea di confine tra Russia e Ucraina per cercare di impedire l’invasione delle truppe di Mosca.
Secondo il nostro gruppo la giornata ideale per organizzare tale offensiva dovrebbe essere il 9 maggio, giorno in cui si festeggia a Mosca la fine della Seconda Guerra Mondiale con la grande parata sulla piazza Rossa. Tuttavia la totale assenza di strategia da parte del governo di Kiev, e la situazione in rapido deterioramento nelle provincie orientali dell’Ucraina, potrebbe spingere Turchinov ad ordinare gli assalti nei confronti degli indipendentisti già nelle prossime ore.
Un altro elemento che potrebbe far degenerare la situazione, e spingere Turchinov ad agire in fretta, è l’estremo nervosismo delle forze armate ucraine, le quali potrebbero, per mano di qualche giovane ufficiale superiore, cercare un colpo di mano militare per rovesciare l’attuale governo che negli ultimi due mesi ha assistito con immobilità alla disgregazione dell’esercito ucraino.
A favore di una possibile azione di forza di Kiev, e del successivo intervento russo, registriamo un forte incremento della presenza aerea NATO ai confini con l’Ucraina e nell’area del Baltico.
Ad oggi dovrebbero essere presenti, oltre ai velivoli delle Nazioni sui quali sorgono le basi NATO, in Europa orientale, circa 70 caccia (Grippen, F-16, F-15, Typhoon, Rafale) quattro aerei radar AWACS, e otto rifornitori aerei; anche parte della forza di reazione rapida navale è stata dislocata nel baltico, anche se principalmente ad ora è composta da cacciamine e corvette. Uno schieramento, quello NATO, esclusivamente difensivo ma del tutto eccezionale dal 1991 ad oggi.
Anche i russi hanno innalzato il livello di allerta e i velivoli del comando strategico accompagnano il presidente Putin in ogni suo spostamento, alcuni giorni fa nella regione della Karelia, mentre questa mattina il posto di comando aerotrasportato della Federazione Russa è atterrato a Sochi, suggerendo la presenza del presidente Putin nella sua Dacia sul Mar Nero.
In conclusione, se verrà confermata la notizia dell’esclusione del ministro Avakov dalla catena di comando per le operazioni in Ucraina orientale, le possibilità di uno scontro aperto tra Mosca e Kiev, a detta del nostro gruppo, crescono in maniera decisiva e la probabilità di una guerra nel cuore dell’Europa tra Mosca e Kiev diverrà estremamente concreta.