L’Ucraina è sull’orlo della guerra, perdonateci se anche in questo caso non la chiamiamo guerra civile, una guerra che ancora una volta vede dietro le quinte lo scontro tra Stati Uniti e Federazione Russa.
Una guerra che, se scoppierà, sarà anche per il controllo dei flussi energetici verso l’Europa, tuttavia questo secondo il nostro sito non sarebbe la questione principale.
La questione principale, secondo il nostro sito ha il nome di una città: Sebastopoli.
Perché Sebastopoli? Perché Sebastopoli è una città Ucraina, fondamentale porto della Crimea, dove si trova il quartier generale della Flotta Russa del Mar Nero, flotta che sovrintende le operazioni navali anche nel Mar Mediterraneo. La base navale di Sebastopoli, sebbene sia territorio ucraino, è stata affittata con un contratto a lunghissima scadenza alla Flotta Russa.
Questo secondo noi è un punto focale.
La flotta russa del Mar Nero è fondamentale per garantire la proiezione di forza della Russia nel Mediterraneo, il Mediterraneo che sta riprendendo importanza geopolitica. Nel mediterraneo dal 2015/2016 saranno operativi i nuovi gasdotti che trasporteranno il gas dal Caucaso e dal Medio Oriente verso l’Europa.
Nel mediterraneo inoltre sono state trovate imponenti riserve di idrocarburi e chi può garantirne la sicurezza può avere maggiori possibilità di entrate nei consorzi di sfruttamento.
La Russia, per mantenere una forza credibile nel mediterraneo deve disporre di basi all’interno del Mediterraneo stesso. Il mediterraneo è un mare chiuso, lo stretto di Gibilterra, il canale di Suez ed il Bosforo sono i passaggi obbligati per accedervi. In caso di crisi le navi che devono operare in mediterraneo devono trovarsi al suo interno, in caso contrario, possono essere tenute facilmente all’esterno del mediterraneo da chi controlla Bosforo Gibilterra e Suez.
Per questo motivo la Russia possedeva una base logistica nel mediterraneo, una base che permetteva alla flotta del Mar Nero di operare per un tempo indefinito nel mediterraneo. Questa base era Bengasi nella Libia di Gheddafi.
Ma in Libia è scoppiata la “Guerra Civile” e il regime di Gheddafi è crollato. Come primo atto dopo la guerra il nuovo governo ha revocato l’utilizzo del porto di Bengasi alla flotta russa.
Ma la flotta russa disponeva di una base secondaria che gli permetteva di avere, seppur limitati, approvvigionamenti che consentivano comunque una accettabile operatività nel mediterraneo: questa base era Tartus in Siria. Ma anche in Siria è scoppiata la guerra civile e la flotta russa ha perso gli approvvigionamenti siriani, non la base, ma la Siria non può certo approvvigionare le navi russe.
Oggi l’unica certezza dei Russi è Sebastopoli, senza Sebastopoli i russi, la Flotta Russa è tagliata fuori dal mediterraneo, è tagliata fuori dal controllo dei gasdotti South Stream e Nabucco, è tagliata fuori dal controllo dei giacimenti di idrocarburi del mediterraneo.
Cosa potrebbe accadere se i filo occidentali prendessero il controllo dell’Ucraina? Cosa accadrebbe se il partito nazionalista ucraino chiedesse di liberare tutto, e intendiamo tutto, il territorio ucraino dalla presenza russa?
Accadrebbe che la Russia perderebbe la propria base navale nel Mar Nero e allora un sottile filo rosso collegherebbe la rivoluzione in Libia, la guerra in
Siria e la rivoluzione in Ucraina. Un sottile filo rosso che ci fa tornare non alla guerra fredda ma ad una fase nuova, diversa, giocata con conflitti intestini in Nord Africa, in Medio Oriente ora in Europa.
Una partita pericolosa perché giocata non nel sud est asiatico o in pieno atlantico, ma ai confini della Federazione Russa, che si sente accerchiata e esclusa da alcune aree geopolitiche del mondo. Una situazione geopolitica e strategica che dovrà trovare una nuova definizione diversa da “guerra fredda”.
Ma questo è solo uno scenario di un piccolo sito di geopolitica….o forse no?