La Corea del Nord ha alzato i toni della propaganda e messo in allerta gran parte del proprio potenziale bellico, ma come e quando potrà mettere in atto concrete provocazioni militari?
Iniziamo dalla tempistica. Sicuramente la notte tra lunedì 11 e martedì 12 marzo sarà vissuta con grande attenzione dalle forze armate sud coreane e americane nella penisola coreana. Le esercitazioni Foal Eagle e Key Resolve saranno in pieno svolgimento e non sarà facile confrontarsi tempestivamente con i nord coreani nel caso decidessero di compiere una qualsiasi tipo di provocazione.
Gli assetti militari impegnati nella simulazione di guerra saranno più vulnerabili del solito in queste giornate, essendo focalizzati sul raggiungere gli obiettivi della simulazione e non potendo prestare tutta la loro “attenzione” nei confronti del nemico potranno offrire il fianco all’esercito di Pyongyang. Tuttavia il rischio di provocazioni militari non cesserà se il 12 mattina nulla sarà accaduto in Corea. L’obiettivo di Pyongyang non sembra quello di scatenare una guerra ma di guadagnare spazio di manovra per ottenere una vittoria diplomatica, quindi una rapida escalation non è a nostro avviso l’opzione numero uno del regime comunista, la strategia della tensione e di continuo attrito potrebbe andare avanti per settimane, senza che per questo motivo Pyongyang debba perdere la faccia.
Veniamo ora alle modalità di eventuali provocazioni militari.
Per attuare le provocazioni militari ad ovest, il regime comunista ha numerose alternative. Può come primo passo effettuare esercitazioni di tiro con l’artiglieria costiera che bersaglino il tratto di mare sotto il controllo di Seoul, oppure può sconfinare anche solo per poche centinaia di metri con le imbarcazioni di superficie e attendere la risposta della marina del sud. Se Pyongyang volesse alzare il tiro potrebbe inviare i propri sottomarini in acque nemiche e cercare il confronto con la marina del sud. La Nord Corea potrebbe addirittura cannoneggiare direttamente le isole controllate dal sud o attuare azioni di commando sull’isola di Yeonpyeong.
Come vedete le possibili azioni sono molteplici e tutte assolvono al compito di attuare una provocazione militare mantenendo bassa la possibilità di un conflitto su vasta scala.
L’ipotesi di attacchi asimmetrici alle truppe impegnate in Foal Eagle / Key Resolve non è da trascurare nonostante il fatto che, se quella fosse la decisione, allora la scelta migliore per i nord coreani sarebbe veramente un attacco preventivo con tutte le forze disponibili, comprese quelle terrestri; attaccare in maniera simbolica le forze americane porterebbe comunque a gravissimi danni di tutto l’apparato bellico di Pyongyang.
Così mentre molti volgono lo sguardo alla costa orientale della Corea, dove si stanno svolgendo le esercitazioni annuali di America e sud Corea, i nostri analisti focalizzeranno la loro attenzione sulla costa occidentale, lungo quella linea di demarcazione ,marittima che potrebbe essere il luogo scelto da Kim Jong Un per le sue prossime provocazioni militari.
Nell’immagine del post potete osservare le rivendicazioni nord coreane marittime in rosso e la linea decisa dalle Nazioni Unite in blu.