Il profondissimo vortice di bassa pressione che nella giornata di ieri ha provocato forti venti di libeccio sui mari italiani, con vere e proprie tempeste in mare aperto, tende a spostarsi rapidamente verso l’Europa orientale, causando una severa ondata di maltempo, con precipitazioni diffuse, ma soprattutto venti molto forti dai quadranti meridionali. Nel corso delle prossime 12-24 ore questo sistema di bassa pressione, che presenta un minimo di pressione davvero molto profondo, attorno i 970 hpa, traslerà verso nord-est, andando ad urtare contro il bordo occidentale dell’imponente anticiclone termico russo (alta pressione localizzata nei bassi strati dove staziona un cuscino di aria molto fredda e densa), che da giorni staziona fra la regione degli Urali e il Kazakistan, con massimi barici di oltre 1030 hpa. La contrapposizione fra queste opposte figure bariche innescherà una formidabile differenza di pressione (gradiente barico orizzontale) fra i Carpazi e la Russia che posizionerà i propri massimi proprio sul mar Nero e l’Ucraina centro-orientale. Tale squilibrio barico, notevolissimo, oltre ad infittire le isobare, rendendole ravvicinate fra loro, favorirà l’attivazione di forti e tiepidi venti di burrasca, da S-SE e Sud, che dalla Romania risaliranno l’intero bacino del mar Nero, sferzando in pieno la Crimea e dal pomeriggio di domani pure l’Ucraina centro-orientale (dal Dnipro all’Oblast’ di Donetsk), con raffiche molto forti, capaci di toccare picchi di oltre 70-80 km/h. Ma localmente, soprattutto nel Donbass e lungo le coste del mar d’Azov (più vicine all’area d’influenza dell’anticiclone russo), nella fase clou le raffiche potranno lambire picchi estremi, di ben 90-100 km/h, producendo vere e proprie bufere di vento in grado di sradicare alberi e creare danni alla rete elettrica e all’illuminazione stradale su diversi Oblast’ ucraini. Fin quando reggerà questo notevolissimo divario barico, fra Carpazi e pianure Sarmatiche, la ventilazione spirerà intensamente, ben oltre la soglia d’attenzione, apportando anche forti mareggiate fra Crimea e coste ucraine.
Questa particolare configurazione meteorologica potrebbe fornire un grande vantaggio alle truppe che si trovano sul terreno in superiorità numerica ma che subiscono gravi danni nelle loro azioni in campo aperto ad opera delle artiglierie e ancor più dei sistemi di artiglieria basati sui razzi, come i sistemi Grad.
In questi due giorni di forte vento l’accuratezza delle artiglierie e dei Grad sarà fortemente messa in discussione a causa della deriva che subiranno i proiettili a causa dei fortissimi venti. Esistono tabelle ed algoritmi per compensare la forza del vento ma in questo caso il forte gradiente di velocità tra le aree vicino al suolo e le masse d’aria in quota non consentiranno di compensare in maniera efficace con i normali strumenti oggi a disposizione nel Donbass.
Per questo motivo è possibile che le truppe governative ucraine possano tentare di approfittare di questa temporanea potenziale inefficacia delle artiglierie filorusse ed agire via terra data la loro superiorità numerica.
Domani potremo vedere come le condizioni atmosferiche possano condizionare l’esito di una battaglia…
Per la parte meteo ringraziamo Daniele Ingemi, autore dell’analisi sulla tempesta che colpirà il Donbass