Alla Casa Bianca c’è un leone, anzi una leonessa, e si chiama Susan Rice Consigliere per la Sicurezza Nazionale del presidente Obama. Susan Rice che ha percorso tutta la propria carriera all’insegna della gestione delle relazioni internazionali e che ha servito per la prima volta alla Casa Bianca durante il secondo mandato della presidenza Clinton.
Susan Rice ha vissuto ed osservato negli ultimi 20 anni molti errori della politica estera americana, essa ricorda il genocidio in Ruanda, la follia della guerra nei balcani e delle sofferenze derivate dall’inazione americana.
Sebbene Susan Rice fosse ad inizio carriera, così come nei primi mesi della presidenza Obama, era una netta sostenitrice dell’isolazionismo americano, ma poi mentre sedeva come ambasciatrice americana al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite qualcosa è cambiato nel modo di pensare di Susan Rice.
Essa si è resa conto di quanto sia ancora fondamentale il ruolo degli Usa a livello globale e del grave pericolo per la nazione americana nel caso in cui essa decidesse di ritirarsi in quella Fortress America immaginata, teorizzata e inizialmente impostata dal presidente Obama.
Ma la Rice ha intuito, capito, apprezzato il fatto che la politica internazionale non lascia spazi vacanti, una specie di “orror vacui” della geopolitica. Ad ogni passo indietro degli Usa il vuoto non veniva colmato dai paesi chiave delle aree in oggetto, ma spesso da una superpotenza mondiale rivale degli Usa, in particolare La Federazione Russa e la Cina, o da potenza Regionali, in particolare l’Iran, L’Arabia Saudita o il Brasile.
Susan Rice si è fatta portavoce in questi mesi di qual sentimento di coinvolgimento internazionale che il presidente Obama ha sempre rifiutato, ed anche per questo forse la sua visibilità è stata notevolmente ridotta. Siria, Iran, Federazione Russa e Cina, questi gli scacchieri dove la Rice avrebbe chiesto all’America maggior coinvolgimento e non solo in senso diplomatico.
Una posizione e una volontà di ingaggio diretto nelle controversie internazionali che ha portato Susan Rice ad interessarsi in prima persona anche del caso di nostri Fucilieri di Marina, i nostri Marò, prigionieri in India da oltre due anni contro il diritto internazionale, e se essi saranno trasferiti in Italia dovremo dire grazie solo a Susan Rice.
Ed è proprio questo uno dei punti focali della strategia del Consigliere Rice, far rispettare il diritto internazionale e creare una serie di regole tra gli Stati che possano essere il cardine di una nuova era di pace. Tuttavia potrebbe accadere che, anche a causa delle politiche isolazioniste ed arrendevoli di questi 5 anni di presidenza Obama, molte nazioni tentino di usare il ricatto o la forza per acquisire un vantaggio nei confronti degli Usa o dei loro alleati.
Secondo noi questi paesi troveranno un ostacolo sulla loro strada, un ostacolo che non sarà probabilmente il presidente americano in persona, ma il suo Consigliare per la Sicurezza Nazionale, Susan Rice oggi una vera leonessa alla Casa Bianca.