Nella notte del 24 febbraio poco dopo l’arrivo a Tel Aviv del Cancelliere tedesco Angela Merkel, nella valle della Bekaa sono risuonate diverse esplosioni a poca distanza dal confine siriano.
In un primo momento i media libanesi hanno dato notizia dell’attacco che sembrerebbe aver coinvolto bersagli multipli sul suolo libanese, bersagli tutti appartenenti alla milizia sciita dell’Hezbollah, campi di addestramento, strutture di comando e forse deposti di armi dove potrebbero essere stati presenti sistemi d’arma ceduti dal governo siriano di Al Assad all’alleato libanese.
Dopo poco però il flusso di informazioni dalla Valle della Bekaa si è interrotto, nessuna immagine dei danni, nessuna notizia certa sulla conta delle vittime. Tuttavia qualche immagine è filtrata e mostra alte colonne di fumo e incendi secondari alle esplosioni. In queste condizioni è difficile che ci non ci siano state ne vittime ne feriti. Fonti di stampa libanesi prossime ai miliziani sciiti questa mattina però parlano di un attacco non meglio definito al confine con la Siria ed affermano che nessun appartenente all’Hezbollah sia stato ferito o ucciso.
Israele che spesso non si esprime su fatti di questo genere ha fatto parlare il Primo Ministro Netanyahu, il quale non ha esplicitamente ammesso che Israele abbia compiuto questo raid ma ha dichiarato che Israele continuerà ad agire al fine di evitare il passaggio di armi avanzate o di distruzione di massa nella mani dell’Hezbollah, praticamente una assunzione della paternità dell’azione.
Una azione che per la prima volta dopo anni porta caccia di Israele a bombardare il territorio libanese della Bekaa, uno smacco gravissimo per l’Hezbollah alle prese con un forte indebolimento interno. Uno smacco che avrebbe potuto portare ad una rappresaglia diretta della milizia sciita contro Israele. Una rappresaglia che alla fine non c’è stata, troppa l’esposizione in Siria dei libanesi, troppa l’instabilità interna e la voglia di rivincita dei sunniti per rischiare di scatenare una guerra con lo stato di Israele.
La non reazione dell’Hezbollah determinerà comunque una novità nell’equilibrio tattico della regione. D’ora in avanti le forze armate israeliane si sentiranno più sicure nel caso dovessero attaccare un convoglio di armi che si muove su territorio libanese, una sicurezza che prima dell’altra notte non esisteva affatto.
Strike israeliano contro Hezbollah in Libano
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Flavio~