Ieri sera, quasi in tempo reale sulla nostra pagina Facebbok e sul nostro account Twitter, vi abbiamo raccontato le ore concitate che hanno coinciso e sono seguite ad un raid aereo contro obiettivi multipli posti a Damasco, capitale della Siria, ed in altre località (almeno due) poste nei pressi del confine con il Libano.
Questa mattina cerchiamo di fare il resoconto, attraverso le fonti Open disponibili, di quanto potrebbe essere accaduto.
In primo luogo la paternità dell’attacco dovrebbe essere attribuita allo stato di Israele, sia per la tipologia di bersaglio colpito, sia per la posizione di tali obiettivi e sia per il fatto che in un video che abbiamo visionato e che vi proponiamo, si evidenzia la presenza di un cacciabombardiere bimotore la cui sagoma è compatibile con un F-15 velivolo in forza all’aeronautica israeliana.
I bersagli colpiti erano sulla via che da Damasco porta al territorio libanese, come già accaduto almeno altre 5 volte negli ultimi 18 mesi. Fonti locali dell’opposizione siriana parlano di un attacco che avrebbe distrutto un deposito e non un reparto operativo, un deposito che conteneva sistemi antiaerei a medio raggio che forse erano nella disponibilità della milizia sciita dell’Hezbollah e che sarebbero potuti partire per il Libano.
Fonti ufficiali del governo di Damasco hanno accusato direttamente Gerusalemme dell’attacco e l’ambasciatore siriano alle Nazioni Unite ha inoltrato una formale protesta al Consiglio di Sicurezza.
Ora dovremo attentamente seguire gli sviluppi della vicenda. Se infatti è altamente probabile che il governo siriano non abbia ne la possibilità, ne le capacità di rispondere ai raid di Israele, la stessa cosa non può dirsi per l’Hezbollah libanese.
La milizia sciita è fortemente impegnata in Siria e non ha a disposizione tutti i propri effettivi. Tuttavia, va considerato il fatto che se i depositi di armi erano sotto il controllo dei libanesi, essi avranno subito perdite nei raid e il desiderio di vendetta sarà fortissimo. Oltre al fatto emozionale va considerato anche il fatto che il 7 marzo si voterà in Israele e che trascinare il governo di Netanyahu in una battaglia nel sud del Libano potrebbe determinare le sorti delle votazioni, magari facendo perdere al partito Likud, il partito che più di tutti si oppone anche con le armi all’Hezbollah, molti consensi in caso di una campagna militare che non venisse coronata dal successo.
E’ per questi due principali motivi che l’Hezbollah potrebbe tentare alcune sortite in territorio israeliano al fine di rapire e detenere in Libano cittadini israeliani, non necessariamente militari, in modo tale da dare al governo di Netanyahu solo cattive opzioni a disposizioni. Opzioni che sarebbero o la guerra, o le critiche interne per non aver portato in salvo connazionali nelle mani dell’Hezbollah.
A nostro avviso questo Strike in Siria di Israele potrebbe avere conseguenza differenti rispetto agli attacchi avvenuti nel passato e la zona dove i confini di Libano, Siria ed Israele si intrecciano potrebbe essere il luogo adatto per la vendetta dell’Hezbollah.
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