In Siria, nella regione del Golan secondo gli accordi non ufficiali tra Israele e Russia, doveva esistere una zona franca compresa tra i trenta ed i quaranta chilometri interdetta alle milizie sciite filo-iraniane. Gerusalemme temeva infatti che l’Iran, l’Hezbollah e le milizie sciite irachene potessero prendere posssso delle aree meridionali della Siria, senza che Al Assad potesse obiettare alcunché, e da quei luoghi preparare un attacco allo stato di Israele.
Secondo fonti grigie questi accordi informali tra Russia e Israele garantivano l’incolumità di Al Assad e la libertà di azione russa nell’area, in cambio della presenza delle sole forze armate regolari siriane entro questa area di sicurezza.
L’accordo fu trovato, se mai fu trovato, nel mese di ottobre 2017.
Ma osservando l’evoluzione dei combattimenti lungo il confine tra Israele e Siria, forse questo accordo non è più in essere, non tanto per la malafede di Russia e di Al Assad, ma per il desiderio di controllo territoriale dell’Iran, e allo stesso tempo per la minima residuale capacità di governo del formale esecutivo siriano, oggi non più in grado di gestire i movimenti delle forze filo-iraniane.
Sebbene gli sciiti non abbiano ancora preso il controllo di queste aeree di confine, sono molte migliaia i miliziani pro-iraniani che si stanno ammassando nei pressi del Golan.
Quando arriverà da Teheran l’ordine di attacco chi siede al governo di Israele dovrà decidere se agire e come agire, facendo crescere la tensione in tutta la regione mediorientale, Golfo incluso.
Un’altra indicazione del rischio di un conflitto aperto tra Stati in Siria è a nostro avviso l’annunciato ritiro russo dalla Siria. Sebbene non ci siano ancora elementi reali che possano suffragare la decisione resa pubblica dal presidente Putin, l’annuncio del Cremlino potrebbe essere funzionale ad evitare il convogliamento di Mosca in una guerra “classica” che potrebbe iniziare nel sud della Siria.
Nessuno tra noi può oggi anticipare quali saranno le decisioni che l’esecutivo guidato da Netanyahu prenderà in caso di presenza iraniana o filo-iraniana a meno di trenta chilometri dal confine di Israele, ma se il governo israeliano vorrà mantenere la sua promessa di non permettere agli iraniani di “trincerarsi” in Siria, Gerusalemme non potrà ignorare la loro presenza ad un passo da Israele.
Vi terremo costantemente informati riguardo l’evolversi della situazione.
Siria: milizie sciite filo-iraniane si avvicinano al confine con Israele
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