Senkaku la Cina valuta una soluzione stile Crimea?
La tentazione a Pechino è fortissima. La Russia con un colpo di mano incruento ha preso nuovamente il controllo di una parte contesa, e strategicamente fondamentale, del proprio territorio nazionale: la Crimea. Il risultato è stato raggiunto senza sparare un colpo e senza che la comunità internazionale prendesse misure realmente punitive nei confronti della Federazione Russa.
A Pechino, dopo il Blizt in Crimea, in molti e non solo nell’apparato militare del regime, si chiedono se non possa essere questa la strada migliore per risolvere la questione delle isole Senkaku/Diaoyu. Delle isole Senkaku/Diaoyu abbiamo diffusamente parlato in passato sul nostro sito e vi rimandiamo a questa sezione per rileggere i post dedicati a questo arcipelago.
Ma quali sono le motivazioni che potrebbero spingere i cinesi ad occupare militarmente le isole contese?
In prima istanza il fatto che le Senkaku/Diaoyu non sono oggi presidiate da alcun contingente Giapponese, fatto che renderebbe l’occupazione delle isole, o della maggiore delle isole l’unica in grado di poter permettere la creazione di una base operativa avanzata di forze militari, semplice ed incruenta.
Il secondo fattore è politico e risiede nella estrema propensione del presidente americano Obama ad evitare il conflitto armato ad ogni costo, anche quando gli interessi strategici dei paesi alleati risultano minacciati.
La terza motivazione è diplomatica poiché presso il consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite qualsiasi risoluzione atta a condannare l’azione cinese, e promuovere una eventuale azione internazionale, sarebbe bloccata dal veto cinese con la simmetrica astensione della Federazione Russa.
Un’altra motivazione è prettamente geopolitica. Se il Giappone potesse controllare, anche militarmente le isole Senkaku/Diaoyu, la Cina si vedrebbe chiuso il libero accesso all’Oceano Pacifico dal Mar Cinese Orientale. Le Senkaku, considerate congiuntamente con le isole di Miyakojima, Ishigaki e Okinawa, potrebbero creare un filtro, in caso di conflitto, atto a limitare il transito delle unità cinesi che volessero operata ad est dell’arcipelago giapponese.
Come avete letto la Cina ha più di una buona motivazione per tentare un Blitz in stile Crimea alle Senkaku, e tale Blitz ha secondo il nostro gruppo buone possibilità di riuscita.
Dinnanzi al fatto compiuto difficilmente il Giappone potrebbe opporsi in maniera efficace alla superpotenza cinese e gli Stati Uniti mostrano un pattern comportamentale che abbiamo già visto in numerosi occasioni, dall’estremo oriente (pensate all’affondamento della corvetta Cheonan della Marina sud Coreana ad opera della Corea del Nord) all’Europa (l’Esempio della Crimea è paradigmatico), al Medio Oriente (Pensate alla questione delle armi chimiche siriane e della “Red Line” di Obama), all’Africa (pensata all’assalto al consolato Usa di Bengasi durato ore e che è costato la vita all’Ambasciatore americano).
L’ideologia pacifista ad oltranza, la guerra combattuta stando nascosti tra gli arbusti delle retrovie, le operazioni condotte sempre e solo con Droni comandati a distanza, e la totale carenza di conoscenza storica e strategica dei vertici americani sta trasformando il pianeta in un luogo sempre più insicuro, dove nazioni esterne alle alleanza che vedono come capofila gli Usa, hanno compreso che con la forza possono ottenere sul campo ciò che con la diplomazia non otterrebbero mai nei consessi internazionali.
Il mondo si è accorto di questo aspetto negativo della politica estera americana e, prima che scada il mandato di questo presidente, chi potrà cercherà di approfittarne, per primi i cinesi.
Addendum
Questo post è stato scritto lo scorso 6 aprile viene pubblicato oggi in quanto la Crimea e l’Ucraina hanno monopolizzato le nostre pagine. Ieri il presidente Obama, in visita in Giappone, ha rassicurato l’alleato nipponico riguardo l’appoggio americano in caso di conflitto con la Cina per le Semkaku. Nonostante ciò riteniamo quanto scritto nel nostro post perfettamente valido e attuale.
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Questo è lo scenario che ci aspetterà non solo con le isole contese, ma per ogni granello di terra sparso nel mondo. Questa storia della Crimea sta avendo refluenze geopolitiche mondiali di una portata così profonda ed estesa che deteminerà un mutamento dell’ordine mondiale. Sta andando a finire che assisteremo alle occupazioni più assurde in virtù di un preconcetto di “tanto non mi possono fare nulla”. Ci sarà una nuova corsa agli armamenti nucleari e alleanze delle più strambe. Gli USA stanno svolgendo una politica di sottotraccia che ha determinato gravi ripercussioni mondiali con azioni sconsiderate in Libia e in Iraq. E probabilmente questo loro atteggiamento “pacifista” deriva dalla presa d’atto degli errori commessi in passato quando si sono vuluti assumere il titolo di sceriffi del mondo. Però attenzione che lo spazio che gli USA stanno liberando, sarà preso da altre nazioni. Dalle mie parti si suole dire “meglio quello conosciuto che quella da conoscere” perchè non sappiamo chi e cosa vorrà dal mondo.