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Scontri cruenti nei quartieri di Damasco. Numerose defezioni tra gli ufficiali

Nella giornata di ieri 16 luglio 2012, si sono registrati feroci combattimenti nelle strade della capitale siriana, combattimenti non più sporadici e limitati a brevi imboscate organizzate da gruppi di ribelli inferiori alle dieci unità, ma operazioni più complesse che mirano a prendere il controllo anche parziale di alcuni quartieri della periferia orientale della città. Queste operazioni coordinate hanno costretto il regime ad impiegare alcuni reparti corazzati all’interno dell’area metropolitana di Damasco. Fonti locali non ancora confermate dagli osservatori delle Nazioni Unite riferiscono dell’impiego di mortai contro aree urbane nelle mani dei ribelli e la presenza anche nei quartieri centrali della città di carri armati e veicoli corazzati per il trasporto delle truppe. Anche la strada che porta all’aeroporto di Damasco è stata per alcune ore sotto il controllo dei ribelli. Questa situazione di guerriglia urbana non si era ancora verificata nella capitale della Siria e oltre ai concreti problemi di tipo militare che ciò comporta, il rischio maggiore per il regime di Assad è assistere ad un crollo nella fiducia e nel morale di quella parte di popolazione e di forze armate che ancora sostiene in modo convinto il regime Alawita. Nelle ultime ore vengono riferite un numero crescente di diserzioni a tutti i livelli delle forze armate siriane. Defezioni e diserzioni che però riguardano solo esponenti delle etnie non alawite. Queste continue diserzioni che riguardano principalmente sunniti e in parte anche cristiani, fanno temere che il livello di settarismo e odio sia interreligioso che intrareligioso stia raggiungendo livelli critici che potrebbero sfociare in episodi di violenza ancora più cieca e radicale.
Fonti dei ribelli ribadiscono la loro richiesta di raid aerei mirati sul compound presidenziale di Damasco al fine di assestare un colpo decisivo che metta fine alla permanenza di Assad a Damasco. Parliamo della fine della permanenza di Assad a Damasco e non della caduta del regime in quanto la fazione Alawita rimane compatta al fianco di Assad e lo stesso territorio dove gli Alawiti sono maggioranza, lungo la fascia costiera siria, potrebbe offrire al regime la possibilità di mantenersi vitale in una regione molto più impermeabile alla rivoluzione e dove la Russia ha interesse a preservare ad ogni costo la propria base navale di Tartus situata nel cuore del territorio alawita.