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SCENARIO – L’errore senza rimedio di Recep Tayyp Erdogan – SCENARIO

Cosa accedrebbe se ancora una volta aerei russi e turchi arrivassero allo scontro al confine tra Turchia e Siria? In questo scenario (SCENARIO non PREVISIONE) noi cerchiamo di delinearlo, assumendo che il presiedente turco compia un errore fondamentale di valutazione riguardo la determinazione del Predidente Putin di difendere i propri interessi geopolitici nel mediterraneo e non solo. 

Governatorato di Aleppo: 8 dicembre 2015

I caccia di Mosca continuano ad operare dalla Siria nei pressi del confine turco, nella stessa area dove è stato abbattuto il SU-24 a fine novembre scorso. Gli F-16 turchi si sono sempre astenuti, dalla data dell’abbattimento del bombardiere di Mosca, dal compiere missioni all’interno dello spazio aereo siriano ma oggi, dopo che la portaerei americana Truman ha preso posizione nel Mediterraneo Orientale, la prima coppia di F-16 supera il confine siriano per colpire posizioni curde che minacciano i ribelli che controllano la città di A’ZAZ. Non appena gli F-16 di Ankara superano il confine tra Turchia e Siria i sitemi di difesa aerea a lungo raggio S-300, installati a Lodicea. inquadrano gli aerei nemici e una coppia di missili 48N6 vengono lanciati in direzione degli aerei turchi. Gli aerei turchi virano rapidamente verso nord cercando la massima velocità possibile, mentre i sistemi di guerra elettronica Koral dispiegasti il 28 novembre dalle forze armate turche, cercano di dare protezione ai due F-16 disturbando i sistemi di guida e di trasmissione dei SAM russi. I caccia di Ankara riescono così ad eludere la minaccia ed ad atterrare nella base aerea di partenza. 

Subito dopo questi fatti la Turchia protesta vivacemente con Mosca, e contemporaneamente richiede una riunione del Consiglio Atalntico richiamandosi all’art.5 della carta di Washignton. 

Bruxelles pomeriggio dell’8 dicembre 2015

La NATO si riunisce in seduta di emergenza tre ore dopo la richiesta Turca. A Bruxelles sono presenti gli ambasciatori presso l’alleanza atlantica di tutti i membri e il ministro degli Esteri di Ankara è in volo verso la sede della NATO, stessa cosa stanno facendo i ministri degli Esteri di Francia e Germania. 

A discussione iniziata, e mentre la NATO cerca di trovare una soluzione formale che protegga l’alleanza e la sua esistenza senza però dare l’impressione ai russi che la NATO si prepari ad un confronto militare, l’ambasciatore turco entra nella grande sala circolare e chiede la parola. Egli era stato informato dai suoi collaboratori dell’atteggiamento attendista della NATO, e sentito il governo di Ankara, si prepara a fare una dichiarazione che sembra ai più una minaccia.
Egli dichiara :”se la NATO non dimostrerà con i fatti la vicinanza alla Turchia, il mio govenro è pronto a dichiarare la Russia “Nazione Ostile” e applicare l’articolo 21 della Convenzione di Montreux chiudendo gli stretti del Bosforo e dei Dardanelli alle navi militari Russe. 

Nella stanza cala il gelo, molti sanno che una tale presa di posizione avvicina una guerra con la Russia. 

Alla fine la NATO si piega alle richieste dei turchi e accetta di inviare un aero AWACS in Turchia, affiancato da mezzo squadrone di F-15C della Guardia Nazionale americana, un piccolo gesto ma che ferma il proposito turco di chiudere gli Stretti del Bosforo e dei Dardanelli. 

Siria, nord della provincia di Lodicea 9 dicembre 2015

La giornata di guerra in Siria comincia nel peggiore dei modi, 3 coppie di F-16 turchi pattugliano il confine con la Siria, descrivendo nello spazio aereo turco dei “biscotti” (sono definiti in questo modo circuiti di attesa formati da due virate di 180 gradi e due tratti rettilinei di una ventina di miglia). A poca distanza dal confine Su-34 e SU-24 russi bombardano le posizioni dei ribelli turcomani. Una coppia di SU-34 (armati non solo con armi aria terra ma anche con missili aria aria) si avvicinano allo spazio aereo turco e i controllori militari di Ankara, così come fatto due settimane prima in occasione dell’abbattimento del SU-24, iniziano a trasmettere avvertimenti ai russi che istruiscono i piloti di Mosca ad invertire la rotta per non violare lo spazio aereo turco.
Identificando questi messaggi come il preludio ad un attacco, e avendo coscienza di essere all’interno dello spazio aereo siriano, il capoformazione sul primo SU-34 trasmette il Codice di emergenza al comando forze aeree russe di Latakia. Due SU-30 SM, pronti ad intervenire su allarme si levano in volo in 7 minuti; dopo 80 secondi hanno sui radar di tiro gli F-16 turchi che vengono agganciati dai sitemi di puntamento. In pochi minuti nei cieli è il caos: altri 6 F-16 turchi decollano in Scramble e si precipitano a velocità supersonica verso il confine siriano, tutti hanno il radar di acquisizione tiro acceso e inquadrano i SU-30. In pochi secondi il comandante dei SU-30 deve decidere il da farsi o attaccare, e sentendosi minacciato da un numero preponderante di velivoli nemici chiede al comando l’autorizzazione ad aprire il fuoco per primo. Il comando delle forze aeree russe aveva già avuto direttive chiare: se i nostri velivoli verrano minacciati aprite il fuoco. È questo accade.
Un F-16 turco viene disintegrato da un missile russo a ricerca radar e un altro risulta danneggiato, i SU-30 dopo aver aperto il fuoco con i missili a medio raggio, vista l’inferiorità numerica sebbene siano superato dalla coppia di SU34 con armi aria aria, si dirigono rapidamente verso sud, sotto la copertura del sistema missilistico di difesa aerea russo. Gli F-16 inseguono i SU-30 dentro lo spazio aereo siriano ma sono ingaggiati dai sistemi S-300 e BUK M1 e ripiegano verso la Turchia. 

Bruxelles 9 dicembre 2015 ore 12:14

La Turchia chiede la riunione del Consiglio Atlantico in seduta permanente. I turchi si ritengono vittime dell’aggressione russa e chiedono che la NATO attivi tutto il proprio potenziale a difesa delle frontiere turche. Tuttavia la NATO si mostra spaccata e alcuni paesi cardine come Francia e Germania non si mostrano entusiasti di partecipare ad una possibile guerra conto la Russia. Paesi del Comando sud (Italia e Grecia) esprimono la volontà di una soluzione puramente diplomatica e rifiutano di nominare la parola “Guerra” chiedendo che della questione, come da statuto della NATO, venga interessato il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. A questa richiesta l’ambasciatore americano pare aprire ma ricorda che lo Statuto della NATO prevede che in attesa del pronunciamento del Consiglio di Sicurezza, l’Alleanza ha il Diritto e il Dovere di intraprendere le necessarie misure di difesa collettiva. A questo punto l’ambasciatore greco protesa e ricorda il ruolo turco nella questione cipriota, le continue violazioni dello spazio aereo ellenico, avanzando verso i turchi il sospetto di una loro prima responsabilità nel conflitto ormai conclamato, affermando che quindi l’art.5 non può trovare applicazione in quanto è stata la Turchia, abbattendo l’aereo russo in violazione alle regole di ingaggio NATO, a provocare l’escalation che oggi porta il Consiglio Atlantico a decidere sulla Gurra. Italia, Spagna, Francia e Germania seguono la linea greca, la NATO è spaccata.

La Turchia decide quindi di agire in prima persona. Questo dichiara il Ministro degli Esteri turco che offeso lascia all’Ambasciatore il ruolo di rappresentante della Turchia al Consilgio Atlantico.

Gaziantep 9 dicembre 2015 ore 23:30

Nella stazione ferroviaria di Gaziantep affluiscono numerosi convogli ferroviari, essi trasportano carri armati e veicoli corazzi delle forze armate turche, tutti con le corazze reattive installate e pronti al combattimento. I veicoli si spostano appena scaricati dai trasporti ferroviari verso sud in direzione di A’ZAZ, cittadina siriana sotto il controllo dei ribelli filo turchi. Anche dalle regioni occidentali del confine giungono medesimi report riguardanti il rafforzamento del dispositivo militare di terra turco. 

Confine Turchia Siria 11 dicembre ore 04:30

In tre punti del confine tra Turchia e Russia le forze armate di Ankara entrano in territorio siriano con il chiaro intento di fornire ai ribelli un’area di territorio sicuro ove organizzarsi, mettere fine al ruolo di Al Assad nel paese e eliminare la minaccia rappresentata dalle forze aeree russe a Lodicea. L’esercito turco avanza rapidamente e le residue forze convenzionali siriane, con la sparuta rappresentanza russa non possono nulla contro le colonne corazzate di Ankara. La stessa base di Lodicea potrebbe essere presto sotto minaccia diretta da parte della fanteria meccanizzata turca. 

Lodicea (Siria) 14 dicembre 2015 ore 05:45

 Le truppe turche avanzano, hanno ormai superato le difese siriane nel nord della regione Alawita e avanzano spedite verso la base aerea gestita dai Russi. Non c’è nessuna speranza di poter arrestare l’avanzata turca con mezzi convenzionali, il presidente russo ora deve fare una scelta: far arrendere le sue truppe, facendo fuggire i piloti verso l’Iran, oppure utilizzare un’arma atomica tattica sul territorio siriano occupato dalle truppe turche.

Addendum

Non vogliamo andare oltre in questo scenario, tuttavia se il presidente russo decidesse di utilizzare l’arma atomica tattica, facendola detonare all’interno del territorio siriano, questo non si configurerebbe come un attacco al suolo di una nazione NATO ma un atto di guerra rivolto solo contro le truppe turche in Guerra sia con la Siria che con la Russia, e renderebbe non automatica l’applicazione dell’articolo 5 della NATO. La presenza nell’area di un gruppo attacco portaerei e la sicura chiusura di Bosforo e Dardanelli al transito delle navi russe, creerebbero comunque i presupposti per un allargamento, quantomeno regionale, del conflitto.
Naturalmente ci auguriamo che questo scenario rimanga un vuoto esercizio accademico.