Questo è il primo di tre Scenari che il nostro gruppo dedica alla crisi tra Russia e Turchia, gli Scenari non sono previsioni ma ipotetiche evoluzioni di un confronto geopolitico, non vanno assolutamente inteso come una previsione, questo deve essere chiaro a tutti…
Siria settentrionale 25 marzo 2016
Le truppe curde da giorni hanno intrapreso la battaglia decisiva per la conquista della città di Azaz. Da circa una settimana ogni via di comunicazione tra la Turchia e la città di Aleppo è interrotta. I ribelli ancora presenti nella città hanno come unica assicurazione quella che pochi giorni prima hanno avuto dai loro contatti organici al governo turco: la Turchia non li abbandonerà.
Aleppo però ora è isolata e le truppe governative siriane, le milizie sciite libanesi e dell’Irak, supportate da un piccolo contingente di consiglieri militari russi sono dislocate nei pressi della centrale elettrica della città fronte a un assalto definitivo.
Da circa un mese l’artiglieria turca continua ad ostacolare l’avanzata delle truppe curde ma mai aveva aperto il fuoco così a sud rispetto ad Azaz. Oggi invece l’artiglieria turca ha avuto ordine di colpire un gruppo di mezzi corazzati posizionato a nord di Aleppo, al limite della portata stessa degli obici di Ankara. Quello che non sanno i turchi è che quel convoglio che si stanno per colpire è quasi unicamente formato da militari della Federazione Russa.
Governatorato di Aleppo alla periferia nord di Afrin
La città di Afrin il Quartier Generale delle truppe siriane fedeli ad al Assad e delle milizie curde YPG e PYD. Afrin è il punto migliore per organizzare l’assalto a un tratto strategico della frontiera tra Sirai e Turchia che comporta la presa della cittadina di Azaz e un gruppo di consiglieri militari russi sta per giungere nella zona per coordinare le prossime mosse militare sul campo. Mentre il convoglio si avvicina al campo base delle truppe siriane iniziano a cadere proiettili di artiglieria da 155 mm i quali colpiscono la retroguardia del convoglio russo un veicolo viene completamente incenerito e gli occupanti, due ufficiali due sottufficiali e tre soldati russi non hanno alcuno scampo. La rimanente parte del convoglio si disperde ai lati della strada e comunica alla base operativa di Latakia quanto avvenuto. In un primo tempo nessuno si era reso conto da dove fosse giunto l’attacco, ma sono bastati pochi minuti per esaminare le caratteristiche dei crateri creati dall’artiglieria per dedurre la loro provenienza: la Turchia.
Le regole di ingaggio dei militari russi in Siria sono estremamente chiare, tuttavia vista la sensibilità del caso il generale comandante le truppe russe in Siria prima di qualsiasi azione interpella lo stato maggiore di Mosca che lo autorizza ad una rappresaglia mirata contro la postazione di artiglieria che ha determinato la morte di sette militari della Russia. Le postazioni di artiglieria turca responsabili dell’attacco nei pressi di Afri si trovano a soli 300 m dal confine tra Siria e Turchia, a sud della cittadina turca di Kilis. Le forze armate di al Assad non dispongono nell’area di artiglieria a lungo raggio così viene ordinato ad una coppia di Sukoi 34 di eseguire un bombardamento mirato con bombe di precisione che verranno sganciate rimanendo ancora all’interno dello spazio aero siriano. Dopo circa 50 minuti e due Sukoi 34 decollano dalla base aerea di Latakia. I due aerei guadagnano rapidamente quota e successivamente simulano due corse di attacco ad est della città di Aleppo, subito dopo puntano Nord e nel giro di tre minuti possono sganciare le quattro bombe da 500 Kg destinate a compiere la rappresaglia russa. Gli ordigni colpiscono con precisione l’area operativa dei semoventi di artiglieria turca distruggendo integralmente tre dei quattro mezzi impiegati nel bombardamento accaduto appena 60 minuti prima.
Il presidente turco reagisce violentemente alla rappresaglia di Mosca e ordina alla quinta brigata meccanizzata presente che Alice di entrare in Siria e prendere il controllo della fascia di terreno che congiunge la cittadina Azaz alla Turchia.
Dinnanzi all’avanzata turca le truppe curde non possono fare altro che attestarsi in una posizione difensiva cinque chilometri a sud di A’ZAZ. Le truppe governative siriane non dispongono di mezzi in grado di respingere l’invasione turca così come le forze militari russe non hanno a disposizione i mezzi necessari per respingere le truppe di Ankara oltre confine. Inizia una frenetica attività diplomatica tra gli Stati Uniti, la Russia, la Turchia con l’unione europea che appare come uno sbiadito fantasma incapace di qualsiasi presa di posizione efficace in una crisi dal potenziale devastante.
Il presidente Putin, conscio dell’impossibilità della Russia di vincere una guerra di stasera a nord di Aleppo, annuncia al presidente americano che le truppe russe non prenderanno iniziative ostili nei confronti dei turchi ora presenti ad A’ZAZ ma che in caso di ulteriore avanzata turca tutto il potenziale bellico russo sarà utilizzato per ristabilire la piena sovranità della Siria, nazione della quale la Russia alleata e che ha risposto alla richiesta del legittimo presidente siriano di difendere gli interessi nazionali di Damasco. Galvanizzato dalla mancata reazione russa il presidente turco crede quindi di poter spingere ancora oltre la sua scommessa e mobilità circa 80.000 uomini delle forze di terra turche lungo il confine con la Siria sia a nord della regione la Turchia Siria a est nei pressi di Jarablus.
Dinnanzi a questo dispiegamento militare viene convocato un vertice dell’alleanza atlantica la quale mette in evidenzia come sia responsabilità della Turchia aver iniziato un conflitto oltre i confini dell’alleanza e che quindi ancora non potrà appellarsi per le vicende correlate a questo specifico conflitto all’articolo cinque della carta di Washington
Ma è nel mare che presto Russia e Turchia torneranno a scontrarsi… (continua nello Scenario “guerra nel Mar Nero”)