Home War Room Analisi SCENARIO – La possibile azione militare di terra turca a Jarablus (Siria) – SCENARIO
SCENARIO – La possibile azione militare di terra turca a Jarablus (Siria) – SCENARIO

SCENARIO – La possibile azione militare di terra turca a Jarablus (Siria) – SCENARIO

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Intervento turco in SiriaQuesto post non rappresenta una previsione ma uno SCENARIO riguardante un possibile intervento di terra turco in terra di Siria

Febbraio 2016

Il presidente turco Erdogan comunica alla comunità internazionale tutta la sua frustrazione verso l’alleato americano. Erdogan soffre in maniera sempre più pressante il fatto che gli Stati Uniti non tollereranno attacchi diretti verso le milizie curde YPG. La Turchia ha chiarito da tempo che Ankara si atterrà alle indicazioni di Washington, indicazioni che chiedono di non intervenire unilateralmente in Siria, solo se i curdi rimarranno d est del fiume Eufrate e non tenteranno di estendere il controllo del territorio alla città di Jarablus e oltre.

27 Febbraio 2016

Dopo aver promosso l’apertura di un “ufficio di rappresentanza” dell’etnia curda a Mosca, il presidente russo Putin ha convocato al Cremlino una riunione segreta tra i vertici curdi che si rifanno al YPG e al PKK, riunione alla quale ha partecipato anche il ministro degli esteri di Al Assad, ufficialmente a Mosca per incontrare il suo omologo Lavrov.
Durante il meeting al Cremlino il presidente Putin comunica ai Curdi che la Siria di Al Assad e la Russia cercheranno di favorire la nascita di uno stato curdo che si estenda sulla quasi totalità del confine con la Turchia. Uno stato indipendente ma legato alla Siria da accordi privilegiati in campo economico e con una partnership strategica militare.
Lo scopo della Russia e della Siria è quello di interporre uno “stato cuscinetto” tra la Turchia e la Siria, uno stato nel quale si possa possa essere favorita l’immigrazione di decine di migliaia di curdi dispersi per il mondo, uno stato che possa garantire, con propri uomini e con gli armamenti forniti dalla Federazione Russa l’impermeabilità della frontiera tra Turchia e Siria, in modo tale che le forze regolari siriane, e gli alleati di Al Assad, russi inclusi, possano concentrarsi nella lotta con i gruppi ribelli e il Califfato Islamico ancora presente nell’est della Siria, tagliando allo stesso tempo una importante vis di rifornimento per i ribelli.
Allo stesso tempo la presenza di uno stato cuscinetto tra Siria e Turchia ridurrebbe il rischio di conflitto diretto tra Russia e Turchia, e consentirebbe alla Russia stessa di poter accorrere in soccorso dei curdi combattendo ad una distanza di sicurezza dai confini della Turchia e quindi della NATO.

03 Aprile 2016

Le milizie Curde osservano da giorni l’avanzata delle truppe governative siriane da ovest, e la contestuale progressiva ritirata delle forze del Califfato Islamico. In accordo con quanto deciso a Mosca, la Forze Curde attraversano quello che è ormai l’unico ponte sull’Eufrate ancora in piedi nel nord della Siria, procedono verso ovest, oltrepassando al cittadina di Abu Qilqil già occupata alcuni mesi fa da avanguardie del YPG, e si dirigono in direzione di Manbji che dista solo 12 miglia da Abu Qilqil. Mambi è una cittadina posta su un affluente di destra del fiume Eufrate e che i Curdi rivendicano come storica città curda. Le forze curde avanzano in forze e inaspettatamente vengono costantemente supportate dall’aviazione russa.

04 Aprile 2016

Il presidente turco, dopo aver presieduto il Consiglio Nazionale di Difesa, annuncia un discorso televisivo alla Nazione. Poche ore dopo Erdogan compare a reti unificate alla televisione pubblica e annuncia che le forze armate turche sono in stato di Guerra e si preparano a impedire che i terroristi curdi vengano messi in condizione di minacciare la sicurezza nazionale della Turchia. Contestualmente al discorso del presidente Erdogan, il ministro degli esteri di Ankara viene inviato in missione a Bruxelles per una riunione del Consiglio Atlantico NATO in base all’art.4 della Carta di Washington, ritenendo minacciata la sicurezza e l’integrità territoriale della Turchia, e della NATO stessa, a causa della creazione di uno stato curdo ai confini sud della Turchia

5 Aprile 2016

Le truppe curde avanzano sempre più verso Ovest e hanno ormai raggiunto il fiume Sajour, definito tacitamente dalla Turchia come il limite ultimo tollerabile dell’espansione curda ai confini con la Turchia, un poco quello che possiamo definire quello che era un tempo il Rubicone per Cesare nel 49 A.C., il limite, il confine tra la Pace e la Guerra totale, l’accettazione dello Status Quo o la scommessa di ottenere uno stato per il popolo curdo.
Per il momento però le forze curde non attraversano il fiume Sajour, e si attestano ad est di esso.

18 Aprile 2016

Nei giorni precedenti a tale data le forze del Califfato si sono ritirate dalle aree ad ovest del Fiume Sjour, sotto il continuo bombardamento delle forze aeree russe e temendo una offensiva delle forze curde in grado di creare una sacca dalla quale i miliziani dello Stato Islamico non sarebbero stati in grado di uscire.
Le forze curde si trovano quindi dinnanzi alla loro occasione storica e supportati dall’appoggio di Mosca superano il loro “Rubicone” e avanzando verso Ovest, oltre il fiume Sojour.
Le forze Turche, dopo aver ricevuto l’autorizzazione presidenziale iniziano un massiccio tiro di artiglieria sulla cittadina di Jarablus, e sulle aree ad essa vicina, dove si trovano ingenti forze curde YPG. La comunità internazionale non si pronuncia, nonostante la Siria denunci la violazione della propria sovranità nazionale. La Siria e la Russia chiedono una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, per discutere “dell’aggressione turca alla Siria”.
La riunione viene programmata per il pomeriggio dello stesso giorno a New York, mentre la Turchia dichiara lo Stato di Allarme Generale per tutte le sue forze armate.
Quasi simultaneamente anche le forze militari russe del Mar Nero e del Distretto Meridionale vengono poste in Stato di Pronti al Combattimento, lo stesso dicasi per lo forze Strategiche Nucleari di tutta la Federazione.
Sotto questi pessimi auspici si apre la discussione al Consiglio di Sicurezza dove lo Potenze Mondiali dovranno scegliere come difendere i propri interessi e cercare allo stesso tempo di non dare il via ad una Guerra il cui contesto locale rimarrebbe tale solo per pochi giorni o per poche ore…

Comment(13)

  1. Avvincente!
    Ma il finale di questo scenario, con i turchi che bombardano la Siria con l’artiglieria, non è accaduto per davvero pochi giorni fa?

  2. Interessante…la domanda fondamentale da porsi però è questa;
    E’ disposto l’occidente (europa e Usa ) a farsi trascinare in una guerra in medio oriente, una guerra che ha ottime probabilità di non rimanere confinata al solo teatro medio orientale?
    Quanto è disposta a rischiare la Nato per la difesa dell’alleato turco?

    1. Quindi anche stato catalano, stato scozzese, stato donbass, stato transinistria, stato ossetia, stato abkazia, stato nepal, stato trentino e perchè no stato ISIS!
      Mi sembra che ormai sia diventato troppo facile e troppo semplicistico fare sorgere staterelli insignificanti appoggiati dal prepotente di turno. Nessuna delle nuove o prossime indipendenze mi sembra sia passata attraverso un risorgimento, ma solo per pura voglia di potere di alcuni pochi sulla popolazione.
      Invece di andare avanti stiamo tornando alle carte mondiali del medioevo.

      1. E perchè no? Carta delle Nazioni Unite, Capitolo I, articolo 1, paragrafo 2,: “Sviluppare tra le nazioni relazioni amichevoli fondate sul rispetto e sul principio dell’eguaglianza dei diritti e dell’AUTO-DETERMINAZIONE DEI POPOLI…”. Lo abbiamo inventato NOI! Non possiamo ricordarcene solo quando ci fa comodo.

        1. Roberto ci daresti una definizione di popolo? E’ forse un aggregato religioso? o uno sociale? o uno di idee? O dobbiamo intendere popolo quello che soverchia con la forza le istituzioni del paese dove risiedono e con la violenza cacciano tutti quelli che non sono con loro?
          Se non si definisce il concetto di “popolo” con la carta delle nazioni unite ci possiamo solo pulire…….
          Nel caso dell’Italia tanti pezzetti che neanche si conoscevano e neanche parlavano la stessa lingua, hanno deciso di unirsi per diventare una cosa sola. A me sembra che invece negli ultimi vent’anni stiamo assistendo al contrario. Invece di aggregarsi e condividere, ci troviamo a farci trascinare dal pifferaio di turno e come tanti topi senza cervello lo seguiamo.

      2. Il fatto è che la nostra è solo politica da salotto che inevitabilmente diventano inutili CHIACCHIERE. Il diritto internazionale in realta NON ESISTE! In tali contesti ci vuole pragmatismo, va bene i principi, i valori ecc…, ma soprattutto valgono le soluzioni pratiche e fattibili; il resto sono solo chiacchiere inconcludenti e che hanno portato più morti di quanti si illudono di salvare. Morti degli altri, però; non nostri, che hanno trsformato i nostri valori in mere ipocrisie che il resto del mondo sopporta sempre meno.

  3. INteressante scenario ma lo vedo poco futuribile proprio per la sua gravità.

    Però, come oramai sostengo nei tempi recenti, saranno le borse a dirci quanto sarà probabile o meno la possibilità che qualcuno si prenda anche rischi gravosi.

  4. Roberto, il diritto internazionale esiste eccome! Il problema vero è che tale diritto non si può applicare tout court; visto che ci sono sempre grossi interessi geopolitici in ballo. Ci sono stati interessi geopolitici nella creazione del Kosovo cosi come ci sono interessi geopolitici nell’incentivare la creazione di un’entità statuale curda. Tutto qua.

  5. Ritengo il presidente russo una persona troppo smaliziata per offrire alla Turchia il casus belli in Siria, c’han provato con l’abbattimento del jet e la Russia non c’è cascata. E’ solo una ipotesi di scenario, lo dice bene anche l’articolista.

  6. Il diritto internazionale vale a seconda del peso specifico dell’esercito nel contesto mondiale….

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