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Russia e USA si allontanano: una soluzione militare per il conflitto siriano?

Guerra in Siria


Sì, oggi iniziamo questo post con la citazione di Marie Harf, consigliere per la comunicazione strategica del Segretario di Stato Usa John Kerry, “la colomba” della diplomazia americana.
Una dichiarazione che chiude una serie di tentativi di approccio diplomatico alla crisi siriana, e che apre la via alla tentazione di una soluzione militare per la crisi in Siria.
Gli Stati Uniti hanno quasi annunciato un ultimatum alla Russia, un ultimatum riguardante la fine immediata dei bombardamenti ad Aleppo Est, ritenuti dagli Usa inaccettabili. La Casa Bianca accusa il Cremlino di aver autorizzato l’utilizzo di bombe incendiarie e “Bunker Buster” su Aleppo Est, sottolineando che questa condotta stia determinando ingenti vittime tra i civili.
Gli Usa hanno annunciato che se la Russia non ottempererà alle richieste formulate da Kerry a Lavrov (come vi dicevamo principalmente la sospensione dei bombardamenti su Aleppo Est) gli Stati Uniti interromperanno le trattative sul destino della Siria, chiuderanno il canale di informazione e coordinamento tra le forze armante russe e americane operati in Siria. Questa opzione è oltremodo pericolosa, in quanto potremmo assistere a missioni contemporanee di caccia Siriani-Russi, e della Coalizione a guida americana, sui medesimi obiettivi, con piloti non in grado di comunicare tra loro e che si spostano con velocità relative che possono superare i 1000 Km/H. In queste condizioni il tempo a disposizione degli equipaggi per valutare se dinnanzi a loro si paventa una minaccia, o addirittura un nemico, sono brevissimi. In più la parte Russo/Siriana non può contare in maniera costante su un sistema organico di controllo del traffico aereo e della situazione tridimensionale del campo di battaglia, informazione invece disponibile per i caccia occidentali. Tale carenza di Situation Awarness potrebbe innescare comportamenti o atteggiamenti difensivi e/o aggressivi da parte dei piloti impegnati nelle missioni di guerra.
La chiusura dei canali di comunicazione militare potrebbe inoltre preludere ad una richiesta americana di una No Fly Zone (NFZ) sul nord della Siria, NFZ atta ad escludere i cacciabombardieri di Damasco e di Mosca dai cieli di Aleppo. Tuttavia, a causa del Veto della Federazione Russa presso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC), è impossibile che l’UNSC approvi una No Fly Zone sui cieli siriani.
A questo punto gli Stati Uniti potrebbero imporre unilateralmente una “quarantena” aerea su Aleppo, che nei fatti avrebbe di differente da una No Fly Zone solamente il nome. Ad una tale imposizione Mosca reagirebbe in prima istanza convocando una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, chiedendo la condanna dell’atto di guerra messo in atto dall’America nei confronti di uno stato sovrano membro delle Nazioni Unite, come oggi è la Repubblica Araba di Siria.
Anche questa risoluzione verrebbe bloccata, questa volta dal Veto di Stati Uniti e Gran Bretagna, aprendo la strada alla soluzione militare del conflitto di Siria, conflitto che potrebbe vedere per la prima volta nella storia, apertamente l’uno contro l’altro Stati Uniti e Federazione Russa.
Oggi in Siria non si combatte più soltanto una guerra civile, non si combatte più solo una guerra per procura, sono Stati Uniti e Russia a confrontarsi direttamente tra loro; ed è l’evoluzione delle trattative diplomatiche per la cessazione delle ostilità che lo dimostra, ancor di più rispetto alle operazioni sul campo. In una prima fase erano le fazioni siriane che sedevano ai tavoli negoziali, poi il ruolo dei protagonisti è stato assunto dalle potenze regionali, ora le trattative sono una questione a due tra Russia e Stati Uniti.
La Guerra di Siria ora è una battaglia diplomatica diretta tra Russia e Stati Uniti, una No Fly Zone su Aleppo potrebbe trasformarla in un conflitto reale tra queste due stesse nazioni.